Un salto nella storia, nella cultura italiana, carica di patriottismo e di grande senso di appartenenza ad una nazione che oggigiorno dona sempre meno punti cardine, sempre meno ideali e sempre meno prospettive future. Ieri gli alunni delle classi terza E ed L della scuola secondaria di primo grado “Battisti – Ferraris” , in merito al progetto di approfondimento e analisi “Incontro con l’autore”,  hanno incontrato Antonio Caradonio, autore di “Petali di Rose”. Un romanzo storico che narra la storia di Rose Montmasson, moglie di Francesco Crispi e unica patriota femminile alla Spedizione dei Mille che si occupò della cura dei feriti, portò in salvo i colpiti e imbracciò anche il fucile. Una storia fin troppo trascurata ma risvegliata dalla caparbietà e della passione di Caradonio, al quale è stata assegnata l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.

20160123_094655L’incontro ha avuto inizio sulle note dell’inno di Mameli “Fratelli d’Italia”, sentitamente cantato a gran voce e con grande partecipazione emotiva da parte degli alunni, dei genitori, delle insegnanti presenti e dallo stesso Antonio Caradonio. Per poi passare alle parole della dirigente scola20160123_094753stica, professoressa Maria Sciancalepore e professoresse Tatiana Dell’Olio e Marisa Contò, le due insegnanti che hanno presentato il progetto e che hanno sottolineato l’importanza di educare gli alunni sin da piccoli all’amore per la lettura e avvicinare i ragazzi a temi che sembrano “da grandi” ma che invece possono appassionare, coinvolgere ed essere compresi più di quanto si possa immaginare.

«”Petali di Rose” è un libro che ti arricchisce, che ti incuriosisce e ti fa venire voglia di approfondire ulteriormente. Rose è una donna straordinaria, moderna, nella quale ci riconosciamo. E’ una storia strutturata su vari fronti e che deve stimolare nel futuro e nella ricerca storica. Leggere è un dare e un ricevere, il piacere, il valore della cultura e della lettura è importantissimo. Bisogna dare l’esempio ai nostri figli, ai nostri giovani, dobbiamo riappropriarci della cultura, fatta essenzialmente di libri e che ha favorito da sempre il progresso», ha così commentato la dirigente scolastica.

Poi è intervenuta l’insegnante Tatiana Dell’Olio: «L’iniziativa sembrerebbe indirizzata ad un pubblico più adulto ma è stata questa la nostra sfida, avvicinare quattordicenni ad un libro apparentemente difficile ma che ha saputo abbracciare più discipline: il romanzo storico, la storia del Risorgimento, approfondimenti sulla geografia, riferimenti alla lingua inglese. E’ un percorso di educazione alla lettura che cominciamo già dal primo anno, visitando anche le biblioteche. Bisogna saper amare la lettura con entusiasmo e un pizzico di divertimento.» E ancora Marisa Contò che ha letto il testo di un alunno che, come tanti, è riuscito ad acquisire il vero messaggio racchiuso nella storia: «I nostri alunni sono riusciti ad impossessarsi del libro. Un libro, una volta pubblicato, non è più dell’autore che lo scrive ma di tutti coloro che l’hanno letto e che lo leggeranno.»

Il tutto si è svolto in un’aula piena di genitori e di ragazzi entusiasti che non hanno esitato a rivolgere curiose ed originali domande all’autore che, disponibile, si lasciava travolgere e sorprendere dall’immenso interesse e 20160123_101440dall’immensa capacità di ciascuno di loro, di saper scindere, analizzare, scandagliare con attenzione e interiorizzare ogni parola letta.

«Anni fa ero a Firenze per un congresso e ho visto per le strade una targa. In seguito ho scoperto e mi sono appassionato sempre più a questa storia, da romantico sognatore quale sono. Per me il libro è un viaggio, è un viaggio nella memoria, nei sentimenti, nelle persone che ci hanno regalato qualcosa. Il viaggio di Simonetta è il viaggio di ciascuno di noi. Potrete vivere il vostro mestiere solo se saprete conoscere e riconoscere la vostra passione», queste le parole di Antonio Caradonio, pediatra barese che la sua passione per la storia è riuscito a riconoscerla sin da quando frequentava il liceo scientifico “A. Scacchi” di Bari, quella stessa passione che anche ieri ha saputo regalare e ben visibile negli occhi  affamati di sapere di tutti gli alunni presenti.

Tante, infatti, le domande fatte dal piccolo pubblico che non si è lasciato solo guidare e condurre dai propri insegnanti in questo percorso ma che si è reso protagonista, capovolgendo i ruoli e trasformandosi in condottieri, in capitani capaci non solo di apprendere ma anche di trasmettere.

Né troppo piccoli per non comprendere e né troppo grandi per avere idee salde e decise. Ma nell’età giusta per sognare, per vivere e  per credere nei valori e negli ideali di un passato che sapranno di certo trasportare con riguardo e impegno nel domani.