I sei parlamentari pugliesi del M5S hanno messo nero su bianco il loro dissenso nei confronti della realizzazione di una condotta sottomarina per lo scarico dei reflui nell’Area Protetta “Torre Calderina”. Con una lettera indirizzata alla Regione Puglia, alle province di Bari e Barletta – Andria – Trani, all’autorità idrica pugliese ed a tutti i sindaci dei comuni interessati al progetto (Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Corato), i deputati hanno palesato tutti i loro dubbi in merito al progetto in via di sviluppo ed hanno proposto una soluzione alternativa per risolvere l’annosa questione dei reflui scaricati nelle acque dell’Area Protetta. Innanzitutto gli attivisti del M5S sostengono che l’intero progetto sia basato su un assunto del tutto errato, ovvero quello secondo cui i quattro impianti di depurazione che servono le città di Bisceglie, Molfetta, Corato e Ruvo-Terlizzi, funzionino correttamente e garantiscano un servizio continuo e costante. Gli esponenti del M5S mettono in evidenza l’inadeguatezza degli impianti alla funzione di depurazione e cronico disservizio di tutti i quattro impianti depuratori (sequestrati più volte dalla Magistratura negli ultimi anni)”. Un disservizio dei depuratori o un’avaria delle elettropompe deputate a spingere al largo i reflui potrebbe compromettere in maniera seria ed irreversibile il prezioso ecosistema di Torre Calderina, che è non solo un’Area Protetta ma anche un Sito d’Importanza Comunitaria per la presenza di fondali di pregio e del Posidoneto “San Vito”. Per l’on. D’Ambrosio e tutti gli altri firmatari è quindi prioritario adeguare gli attuali sistemi di depurazione ai reali carichi in entrata onde evitare il cattivo e non completo filtraggio dei liquami. Il secondo punto cardine della lettera dei cinque stelle è lo spreco quotidiano di circa 60.500 tonnellate di acqua. La richiesta dei deputati su questo punto è molto chiara:
“Da qui la richiesta a Regione Puglia e Acquedotto Pugliese di rinunciare alla realizzazione delle opere programmate, promuovendo, invece, adeguate ed approfondite indagini, nonché studi di fattibilità finalizzati ad una sollecita realizzazione di sistemi alternativi di smaltimento delle acque depurate, che consentano il recupero e l’affinamento delle acque reflue per il loro utilizzo in agricoltura, utilizzando anche l’impiantistica e le reti irrigue già esistenti e risolvano efficacemente, e nel rispetto dei diritti ad un ambiente sano e alla salute dei Cittadini”

I parlamentari concludono il loro scritto chiedendo alla Regione Puglia di aprire un tavolo di confronto con la commissione incaricata di valutare l’impatto ambientale del progetto. Inoltre viene chiesta esplicitamente una verifica degli attuali impianti di depurazione operativi nell’area interessata dal progetto ed un loro adeguamento per garantirne il corretto funzionamento. L’autorità idrica viene invece invitata ad esprimersi sulla vicenda rammentando che tra le funzioni dell’ente vi sono anche le azioni rivolte al risparmio dell’acqua ed al riutilizzo delle acque reflue. Infine viene chiesto con decisione ai sindaci dei comuni interessati di convocare congiuntamente e con la massima urgenza dei consigli comunali per rendere note a tutta la cittadinanza le sorti dell’Area Protetta “Torre Calderina”.