Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni di Matteo Renzi all’assemblea nazionale del Partito Democratico tenutasi a Roma domenica 20 febbraio. In quell’occasione il premier ha dichiarato che “Non è possibile che al Pd si iscrivano in blocco 400 persone con una carta di credito. Non è giusto, non è lecito, non è legittimo”, aggiungendo che “il partito non si deve scalare con le tessere ma con le idee”.

Il segretario nazionale del Pd non ha espressamente citato Bisceglie. Ma c’è chi lo ha fatto, dopo l’intervento di Matteo Renzi. È Fabrizio Ferrante, componente dell’assemblea nazionale del Pd e renziano della prima ora. “Nei territori il Partito Democratico molte volte sembra non essere lo stesso che è qui a Roma”, ha detto Ferrante nella capitale. “Se il Partito Democratico nei territori impugna le azioni del governo sulle trivellazioni, sulla buona scuola, sulla Tap e dice ai cittadini che non mi piace quello che fa il governo centrale, tant’è che lo impugno, io credo che non siamo nello stesso Partito Democratico. Questa particolare azione”, ha sottolineato Ferrante nel suo intervento durante l’assemblea nazionale del Pd, “proviene da coloro i quali dicono al governo Renzi di non imbarcare Verdini sulle riforme ma poi su i territori si fanno promotori di quelle 400 tessere online partite per il Comune di Bisceglie”.

Abbiamo quindi intervistato Fabrizio Ferrante per chiedergli cosa pensasse della vicenda di Bisceglie. Nel video in alto ecco cosa ci ha risposto.