Voleva presentare la sua disponibilità alla nomina di scrutatore per il referendum popolare del 17 Aprile ma non ha potuto perché non è “disoccupato” ma “inoccupato”. È accaduto ad un giovane cittadino biscegliese che ci ha raccontato la sua esperienza, ponendo un legittimo dubbio, in una lettera firmata che qui pubblichiamo integralmente:
«Sei “inoccupato”? Allora sei escluso!». È questa la risposta che ho ricevuto dai responsabili dell’ufficio elettorale di Bisceglie, quando mi sono recato per la consegna del modulo di disponibilità alla nomina di scrutatore per il Referendum Popolare del 17 Aprile.
Inizialmente ho pensato a un equivoco o un’incomprensione nell’interpretazione della delibera n. 25 della Giunta Comunale datata 11 marzo 2016, in cui l’Amministrazione Comunale biscegliese ha deciso di dare precedenza a coloro i quali, iscritti nell’Albo degli scrutatori, si trovino nello stato di disoccupazione regolarmente denunciato presso il Centro per l’Impiego. Un gesto nobile e intelligente per dare respiro ai tanti giovani senza lavoro e molto spesso con un titolo universitario o anni di esperienza lavorativa alle spalle.
E invece aimè, le cose stanno proprio così e la delibera è stata proprio formulata in maniera tale che solo chi è disoccupato accederà al sorteggio per la nomina dei prossimi scrutatori, che è bene ricordarlo in questa occasione saranno i soli a essere nominati per colmare i 156 posti disponibili e solo a esaurimento di essi si attingerà a sorteggiare tra tutti gli iscritti all’albo degli scrutatori per i restanti posti ancora vacanti. Quindi non si opterà nemmeno per quote, come più logicamente alcuni avevano proposto qualche giorno prima della firma della delibera, considerando il fatto che se un albo degli scrutatori esiste già ed è aperto a chiunque ne faccia richiesta di inserimento nei tempi e nelle modalità indicate, un motivo deve pure esserci.
Ma qual è la differenza che c’è tra un disoccupato e un inoccupato? Molti addirittura credono sia perfino sinonimi. Il Decreto Legislativo 21 aprile 2000, nr. 181, “Disposizioni per agevolare l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro, in attuazione dell’articolo 45, comma 1, lettera a), della legge 17 maggio 1999, nr. 144”, definisce chiaramente la differenza: in linea di massima il disoccupato è una persona rimasta priva di un’occupazione subordinata retribuita che va in cerca di una nuova occupazione mentre l’inoccupato è colui che è in attesa della sua prima occupazione.
Questo non significa che l’inoccupato sia a tutti i costi una persona agiata che non abbia mai visto l’esigenza di lavorare o peggio ancora, uno sfaticato che non ha mai voluto cercare un proprio lavoro: può essere che sia un ragazzo che, come spesso avviene da noi, non è mai stato regolarmente assunto o uno studente che fino ad oggi ha dovuto/voluto concentrarsi negli studi per portarli quanto prima a termine.
Dunque perché lui non sarebbe meritevole al pari di un disoccupato, di avere questa chance per guadagnare quei poco più di cento euro svolgendo il suo dovere civico e assumendosi le sue responsabilità da scrutatore?
Alla luce di tutto ciò mi sono sentito per l’ennesima volta demoralizzato con qualcosa in meno rispetto agli altri. Altri (i disoccupati), che questa volta però si trovano per ironia della sorte nella mia stessa condizione svantaggiata: senza un lavoro, senza un proprio reddito e senza una prospettiva di futuro da poter immaginare.
Spero le cose cambino… nel frattempo cercherò almeno di diventare un “disoccupato”.
Questa, dunque, l’esperienza raccontata da un nostro lettore. Solo per fare due esempi di Comuni vicino al nostro, Molfetta ha dato priorità, nella fase del sorteggio, a disoccupati, inoccupati o studenti lavoratori. Barletta ha riservato un terzo delle nomine a disoccupati, un terzo a giovani studenti inoccupati e un terzo tutti gli iscritti all’albo degli scrutatori, al di là della loro situazione occupazionale.