“Circa due anni fa l’associazione Puglia Scoperta ha presentato istanza di accesso agli atti riguardanti il permesso edilizio del box e annesso muro realizzato negli anni ’40 sull’atrio di Villa Fiori. Ebbene, tale accesso è stato negato”. A renderlo noto è la stessa associazione nata nel 2012 con lo scopo di tutelare i beni culturali, rivalutare le bellezze architettoniche, valorizzare il patrimonio eno-gastronomico, fare promozione del territorio. Una della “battaglie” di Puglia Scoperta è riportare alla luce la bellezza di un bene culturale di raro prestigio, quale la settecentesca Villa Fiori (nota più comunemente come Palazzo Fiore), in tardo stile barocco napoletano.
“Quanto è accaduto in seguito alla campagna di sensibilizzazione sul tema della bellezza, e, di Villa Fiori in particolare, è più che mai grave, Lo è da tanti punti di vista. Puglia Scoperta non intende affrontarli tutti, ma partire, e ripartire in questa vicenda, dal racconto di un diritto negato”, si legge nel comunicato della realtà presieduta da Gennaro Papagni. “È un diritto dei cittadini richiedere informazioni di questo tipo, sia in tutela di un interesse privato, sia in tutela di un interesse pubblico, pertanto Puglia Scoperta chiede al Sindaco di spiegare sulla base di quale legge è accaduto ciò”.
Ai cittadini, invece, l’associazione chiede di condividere una riflessione: “Villa Fiori oggi sembra avere il profilo della Bisceglie che non cresce, un profilo abilmente camuffato da cavilli legali e minimizzato da azioni di contorno, siglate come il passo in avanti che si aspettava. Ma la vera partecipazione alla vita cittadina, quella democratica e disinteressata, è spesso tarlata, nella sua più intima radice, da una infinita gamma di ostacoli con cui deve battersi il cittadino o l’associazione che vuole cambiare le cose, seguendo la legge. È forse questo il boccone più amaro da ingoiare”.