“La necessità di intervenire tempestivamente sugli affreschi del casale di Giano è emersa durante una campagna diagnostica eseguita dalla sottoscritta in occasione della tesi di laurea di Fabrizio Tortora. Durante le operazioni di prelievo si è potuta constatare, da un’attenta analisi macroscopica della materia costitutiva degli affreschi, una situazione di degrado e avanzato stato di deterioramento delle decorazioni e degli strati preparatori, con rischio di caduta e perdita irreversibile”. Parte da qui il racconto di Maria Luisa De Toma, alla vigilia della fiera campestre di domenica 10 aprile, immemore riferimento culturale per la città, sull’intervento e sulla messa in sicurezza degli affreschi nella costruzione in pietra sorta per l’adorazione del dio pagano Giano.
Il progetto è stato promosso e finanziato dal Rotaract di Bisceglie, che ha organizzato una raccolta fondi con un’iniziativa realizzata il 1° Giugno 2014 dal titolo FestInGiano, giornata enogastronomico-culturale in collaborazione con diverse realtà biscegliesi. “In effetti”, osserva la restauratrice biscegliese, “oltre a un evidente distacco dell’intonaco in ampie zone delle superfici affrescate, vi erano fratture di grande entità con parti di intonaco affrescato pericolante. La situazione più grave riguardava i bordi delle decorazioni in adiacenza alla muratura, dove erano presenti evidenti distacchi dell’intonaco affrescato con pericolo imminente di caduta. Gli affreschi su cui sono stati prelevati i campioni e su cui è stato eseguito l’intervento di messa in sicurezza hanno riguardato alcune parti di decorazione mai restaurate, in particolare gli affreschi con la raffigurazione di San Paolo e Santa Caterina di Alessandria sulla parete a sinistra, e le decorazioni con Santa Felicita e Perpetua della parete a destra”.
“Tale messa in sicurezza”, continua Maria Luisa De Toma, “non ha costituito un vero e proprio intervento di restauro, bensì una ‘fermatura temporanea’ dell’avanzato stato di degrado degli affreschi, in attesa del reperimento delle somme necessarie per un progetto completo di restauro. L’intervento è stato eseguito dalla sottoscritta con la collaborazione del tecnico del restauro Fabrizio Tortora, e ha previsto: mappature dei degradi (in particolare delle zone con evidenti distacchi) delle parti affrescate, preconsolidamento della pellicola pittorica nei casi di evidente sollevamento, realizzazione di cordoli di sacrificio con malta reversibile costituita da grassello di calce ad alta stagionatura, sabbia e polvere di pietra, in corrispondenza delle parti distaccate e del perimetro delle decorazioni dipinte, chiusura delle fratture di grossa e media entità con malta reversibile costituita da grassello di calce ad alta stagionatura, sabbia e polvere di pietra. E ancora iniezioni con malta idraulica desalinizzata nelle zone con distacchi di profondità (distacchi murature-intonaco;intonaco-intonachino) e mappatura degli interventi eseguiti”.
“I lavori, regolarmente autorizzati, sono stati eseguiti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, nella persona del funzionario dottoressa Annunziata Piccolo“, conclude l’esperta.