Torna ampiamente sotto i livelli di guardia, a soli quindici giorni di distanza dal precedente rilevamento, la concentrazione di alga tossica sul tratto “500 metri a sud della costa cittadina”, interdetto alla balneazione ed all’estrema periferia sud di Bisceglie, al confine con Molfetta. Dai dati inerenti la prima quindicina di agosto pubblicati dall’Arpa Puglia (Agenzia regionale per la protezione ambientale) emerge infatti che nel tratto succitato la concentrazione di Ostreopsis Ovata (questo il nome scientifico di quella che è comunemente conosciuta come “alga tossica”) è di 100 cellule litro nelle acque di fondo e di 120 cellule litro nelle acque di colonna. Una presenza etichettata come “scarsa” dall’Arpa e decisamente inferiore rispetto a quella “molto abbondante” rilevata nella seconda quindicina di luglio, quando erano risultate 317.728 cellule per litro nelle acque di fondo e 23.520 nelle acque di colonna (leggi qui).
Quella che era stata dipinta da alcuni media come un’emergenza, favorendo un allarmismo ingiustificato, è tornata in brevissimo tempo una situazione ordinaria, persino in un tratto vicino alla fogna, dove vige il divieto di balneazione e frequentato molto di rado. E il luogo in cui viene effettuato il campionamento non è secondario. Come non è affatto automatica, contrariamente a quanto descritto da alcuni media, l’estensione del fenomeno all’intera costa, che a Bisceglie, vale la pena ricordarlo, si estende per circa 10 chilometri dal tratto denominato “500 metri a sud della fogna cittadina”. La stessa Arpa specifica che i dati fotografano la situazione al momento e nel sito del prelievo, ed è opportuno rimarcare che l’informazione è solo indicativa ed al limite estrapolabile alla sola omonima acqua di balneazione (appunto quella denominata “500 mt sud fogna cittadina Bisceglie”), e che può essere soggetta a variazioni nel tempo e nello spazio legate alle dinamiche di sviluppo della specie, a loro volta regolate dalle condizioni ambientali al contorno.