A cento anni dalla sua nascita si ritorna a parlare del presidente Dc, docente universitario, e storico politico italiano Aldo Moro. Anche Bisceglie, in collaborazione con il Centro Studi Moro, ha voluto rendere omaggio allo statista pugliese organizzando in suo onore  una celebrazione commemorativa. L’evento svoltosi ieri mattina, domenica 25 settembre, in piazza San Francesco ha visto la partecipazione di Maria Fida Moro, figlia primogenita del compianto politico italiano. Numerose anche le personalità politiche presenti alla commemorazione, oltre all’ onorevole Gero Grassi erano presenti il consigliere regionale Ruggiero Mennea, il sindaco di Bisceglie Francesco Spina, il vicesindaco Vittorio Fata e il presidente del consiglio comunale Franco Napoletano.

La manifestazione si è aperta con la benedizione della targa già inaugurata,  lo scorso 8 maggio, in occasione del 38esimo anniversario dalla morte di Aldo Moro. Anche in quell’occasione era prevista la presenza di Maria Fida Moro ma la figlia dello statista non aveva potuto partecipare all’evento per motivi di salute. Dopo la benedizione della targa è stata la volta del discorso di benvenuto del Sindaco Francesco Spina che ha accolto e ringraziato i presenti, mostrando la volontà di mantenere vivo il ricordo, anche nelle nuove generazioni, di uomini illustri e dei loro messaggi di legalità e dedizione allo Stato: “Perché una comunità non può essere forte se non ha un pensiero comune” ha dichiarato il primo cittadino che ha poi proseguito: “ecco perché vanno portate in modo plastico tali testimonianze, attraverso opere pubbliche che ne mantengano vivo il ricordo”.

Dopo il sindaco di bisceglie ha poi preso la parola il consigliere regionale in quota Pd Ruggiero Mennea: “E’ chiaro che non è stato fatto tutto, non è stato dato tutto il merito a chi poteva ancora continuare un percorso, e in questo sono stati bravi gli onorevoli Grassi e Fioroni  che hanno avuto il coraggio di recuperare un pezzo di storia oscura, per dare ancora più lustro e merito a quello che era un onesto uomo politico”. Il consigliere regionale ha poi aggiunto: “quando si parla di Moro si trasforma un nome in sostantivo, si dice che bisogna fare la politica alla Aldo Moro per identificare quella propensione all’ascolto, al dialogo e all’accoglienza, per quanto possibile, di idee contrastanti ritenendole feconde per lievitare il bene comune”

Per queste ragioni Gero Grassi, assieme a Maria Fida e suo figlio Luca Moro, autore del libro “Mio nonno Aldo Moro”, stanno portando avanti una battaglia legale e di sensibilizzazione per la riapertura del caso Moro, per ridare dignità ad un uomo, talvolta anche infangato dall’opinione pubblica.  Su questo punto l’onorevole Gero Grassi ha spiegato: “Sono 3 anni che cerco di far uscire Aldo Moro dal portabagagli di quella Renault (auto dove è stato rinvenuto quel fatidico 9 maggio del 1978 ndr) per portarlo tra la gente, perché è tra la gente che la figura di questo uomo umile deve essere riportata”.

Un uomo colto ma profondamente legato alla sua terra riusciva a parlare dritto al cuore della gente” ha ricordato cosi il padre Maria Fida Moro, la figlia dello statista ha aperto il suo intervento con un elogio alla Puglia in cui era solita trascorrere le sue estati: “Per me il Dolmen è il simbolo della Puglia al tempo della mia infanzia, e per me la Puglia era un parco giochi, ma ora anche una terra di ricordi, tutto dai suoi sapori ai  suoi colori mi ricordano papà”.

Accanto al commovente ricordo, Maria Fida lancia un importante appello rivolto a tutti i sindaci, per sottoscrivere una raccolta firme che servirà a promuovere la riapertura dell’ inchiesta Moro: “Non è più sufficiente ricordare, bisogna agire  e spingere le autorità competenti a fare finalmente luce e cercare la verità. Perché, così come scolpito nel bassorilievo commemorativo, la verità ha certamente per se l’ avvenire” ha affermato commossa la Moro che ha poi concluso: “Io vi affido una verità più alta, un ricordo che vorrei portaste tutti con voi. C’era un uomo in Puglia che, nella sua semplicità, faceva sentire tutti più buoni”.

Galleria fotografica a cura di Daniela Mitolo