“Mi sono emozionato a vedere questa foto, un grazie a Bisceglie. Tanta solidarietà mi spinge ad andare avanti. Il mondo è fatto di belle e brutte persone, ma le belle sono di più. Non si molla mai!!!”. Con queste parole Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, ha voluto rispondere in prima persona, con un post sul profilo personale di facebook, allo splendido striscione di incoraggiamento che i tifosi del Bisceglie Calcio hanno dedicato al primo cittadino della cittadina laziale, nonché ex tecnico del Trastevere Calcio, squadra affrontata dai neroazzurro stellati domenica scorsa allo stadio Gustavo Ventura in occasione del match di serie D, girone H.
Una storia, quella di Sergio Pirozzi, 51enne nato a San Benedetto del Tronto, salita suo malgrado agli onori della cronaca lo scorso 24 agosto quando un terribile sisma ha colpito il centro Italia ed Amatrice, cittadina in provincia di Rieti, provocando la morte di centinaia di persone e la distruzione di alcuni dei borghi più belli della penisola. La vita sportiva di mister Pirozzi si interrompe bruscamente quel maledetto giorno, momento nel quale lascia la squadra per dedicarsi alla sua gente, “Non posso allenare il Trastevere, devo stare vicino alla mia comunità e allenare la mia gente“. Queste le parole di Pirozzi poco dopo la catastrofe, lui che si appestava a guidare la compagine laziale per il terzo anno consecutivo. Quest’anno infatti avrebbe guidato il Trastevere, realtà dello storico quartiere di Roma, per il secondo anno in Serie D dopo la promozione del 2015 e la salvezza ottenuta nello scorso campionato.
Domenica in panchina contro il Bisceglie Calcio la compagine romana, seconda in classifica alle spalle della capolista Gravina e davanti agli uomini del presidente Nicola Canonico, aveva alla guida il vice di Pirozzi: Aldo Gardini, ma la tifoseria organizzata del Bisceglie ha saputo omaggiare l’ex tecnico con uno striscione sul quale c’era scritto: “Uomini come te li cercano nel mondo intero, Pirozzi uomo vero!!!”.
Momenti in cui lo sport dimostra di essere esempio di civiltà, sostegno e fratellanza, attraverso un incoraggiamento che spinge a non mollare, ad andare avanti e cercare di superare ostacoli che appaiono insormontabili.