Doveva essere un normale pomeriggio domenicale dedicato allo sport più praticato al mondo, il calcio, ed invece la violenza (e probabilmente il razzismo) ha preso il sopravvento.
Il tutto è accaduto ieri allo stadio Comunale di Carpino, nel foggiano, in occasione del match tra la compagine locale ed il Don Uva Bisceglie, valevole per l’ottava giornata del campionato di Seconda Categoria. Sfortunati protagonisti – come ci racconta la dirigenza del Don Uva – sono stati il calciatore gambiano in forza ai biscegliesi, Foday Trawally, e un suo amico in tribuna per vedere la partita.
Richiedente asilo politico e residente nel centro di accoglienza nel centro storico, Trawally in questa stagione è stato tesserato dal Don Uva Calcio. Ieri pomeriggio proprio lui ha sbloccato il risultato portando i suoi in vantaggio e, dopo due reti dei padroni di casa, ha siglato il pareggio all’85’ e ha esultato verso la gradinata per festeggiare con il suo amico.
L’esultanza, ed il probabile nervosismo per il gol del pari subito a pochi minuti dallo scadere – secondo la ricostruzione fatta dai giocatori del Don Uva – è stata la scintilla che ha acceso l’aggressione di gran parte dei calciatori del Carpinio nei confronti di Trawally. Identica cosa è avvenuta sulle tribune dello stadio nei confronti dell’amico senegalese, che aveva esultato, da parte di alcuni sostenitori locali. L’aggressione sugli spalti – come riferito dalla dirigenza biscegliese – è stata sedata dai carabinieri. In campo l’arbitro, dopo aver espulso un calciatore di casa, reo di aver colpito con un calcione il giocatore di colore in forza al Don Uva, ha faticato a concludere la gara. Il Don Uva ha lasciato l’impianto sportivo scortato dalle forze dell’ordine. Il ragazzo in tribuna è tornato a casa in lacrime e fortemente spaventato per l’accaduto.
“Quanto è avvenuto nulla ha a che vedere col il calcio e lo sport in generale” commenta amareggiato Emanuele Troilo, capitano del Don Uva, “Tutti noi abbiamo un approccio costruttivo a questa categoria, ma se poi dobbiamo rischiare la nostra incolumità per giocare una partita di calcio, allora non va bene. Il trattamento ricevuto dal nostro compagno di squadra e da tutto il Don Uva è da dimenticare. Emblematico è quanto accaduto dopo il gol di Trawally, aggressioni, cori razzisti e soprattutto l’episodio di fine gara quando ci sono stati letteralmente lanciati addosso i sospiri che noi, come tradizione in tutte le trasferte, portiamo come omaggio alla squadra di casa. Per andare via dallo stadio abbiamo avuto bisogno della scorta da parte di due pattuglie dei Carabinieri, una cosa inconcepibile per una gara di Seconda Categoria”. “Ringrazio”, chiosa capitan Troilo, “l’assessore allo sport del Comune di Bisceglie, Rachele Barra per la solidarietà dimostrata chiamando i nostri dirigenti, cosi come Gigi Di Tullio, Pietro Dell’Olio e gli amici del Bellavita in Puglia con i quali probabilmente organizzeremo un evento per far capire cosa significa integrazione e rispetto per il prossimo”.
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