Si chiude con cifre incredibili il 2016 del Centro di Recupero Tartarughe Marine, centro operativo del Wwf incaricato della salvaguardia dell’ambiente costiero. Obiettivo privilegiato del centro sono appunto le tartarughe, animali tanto comuni quanto fragili, che vengono talvolta catturate dai pescatori e muoiono in seguito ai traumi riportati o a causa del lungo periodo di apnea cui sono sottoposte rimanendo nelle reti (le tartarughe hanno bisogno di risalire a galla per respirare).
Sono oltre quattrocento le tartarughe marine salvate dal Centro, in collaborazione con il dipartimento di Medicina Veterinaria dell’università di Bari, per la maggior parte della specie “Caretta caretta” ma anche alcune rare tartarughe verdi. Vera protagonista di questa opera di salvataggio (insieme a quella molfettese) è la marineria di Bisceglie, rappresentata dai pescherecci “Francesco Padre”, “Angela Madre”, “Argonauta”, “Flipper”, “Nuova Giovanna” e “Speranza”. Nel corso del 2016 si sono anche mossi i primi passi per una collaborazione con la flotta di Trani.
Il direttore, il biologo marino Pasquale Salvemini, si dice estremamente soddisfatto dei risultati, che fanno del suo Centro il primo in Italia per numero di esemplari salvati. Questo dato risulta particolarmente interessante se si considera che ogni anno, in Italia, vengono catturate mediamente 20mila tartarughe e un terzo di queste non riesce a sopravvivere (dati Wwf). Importantissimi nel processo di salvataggio sono gli studi effettuati sugli animali dal professor Antonio Di Bello, direttore del dipartimento. Dalle analisi risulta infatti che il 20% degli animali (un dato in aumento rispetto agli scorsi anni) riporta traumi agli organi interni (polmoni, gola ed esofago) causati dalla deglutizione accidentale di ami da pesca e lenze. Il 30%, invece, risulta affetto dalla cosiddetta “patologia da decompressione”, malattia ancora poco studiata riscontrabile in quegli animali che, dopo un lungo periodo di apnea, risalgono a galla troppo velocemente senza l’adeguata decompressione (in questo caso le tartarughe vengono tirate forzatamente a galla durante il recupero delle reti).
Il progetto futuro più importante è il trasferimento del centro da Molfetta a Bisceglie. Nel corso del 2016 Salvemini ha infatti accettato l’offerta del sindaco Francesco Spina di trasferirsi nell’ex-ristorante nei pressi della Lega Navale; una volta terminati i lavori di recupero dello stabile designato (che termineranno prevedibilmente a primavera inoltrata o a inizio estate) il centro potrà finalmente usufruire della nuova sede. Si spera dunque che questo trasferimento possa giovare all’ambiente e possa stabilire una collaborazione più proficua con le marinerie a favore della salvaguardia dell’ambiente marino, vera ricchezza della città di Bisceglie.