In una società, come quella occidentale, riconosciuta e sperimentata molto narcisista, che incoraggia a desiderare cose effimere ed inutili, che “fine” fanno le persone empatiche?
In un tempo così accelerato e di narcisismo malato, c’è ancora posto per le emozioni e le buone azioni?
Dove le collochiamo? E soprattutto le riconosciamo? Sappiamo, veramente chi siamo? Oppure ci limitiamo a far parlare le foto che sui social network, quotidianamente pubblichiamo?
Quando mancano i valori veri non si può essere in contatto con l’essenza e così si costruisce e si investe solo sull’immagine di sè.
I narcisisti hanno un problema che riguarda la loro identità, hanno perso il contatto con la propria essenza e compensano la vera identità, che resta sconosciuta, con una falsa personalità che si basa su un’immagine che deve essere costantemente sostenuta dall’esterno.
Lowen afferma che questo è il tipico problema delle società che hanno più ricchezza che saggezza per cui essere famosi ed avere successo è più importante della dignità, dell’integrità e dei valori umani.
In psicologia, l’empatia è la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona, con nessuna o scarsa partecipazione emotiva.
Una persona empatica è una persona comune ma con una capacità di percezione e istinto maggiore della media.
I ricercatori già dagli anni ’90 hanno messo in relazione l’empatia con l’intelligenza emozionale: gli empatici hanno la capacità di ascoltare le proprie emozioni, di ascoltare le altre persone e di sentire le emozioni altrui, di esprimere le emozioni in modo produttivo, e di gestirle in modo sano e proattivo.
La gente è attratta dalle persone empatiche (che sono circa il 40% della popolazione, fortunatamente) perché costoro sono compassionevoli; purtroppo però questo significa anche che gli empatici fanno molta fatica a concepire che esistano persone diverse da loro, ovvero incapaci di relazionarsi alle emozioni altrui.
A volte chi è empatico si trova a essere eccessivamente sfruttato dagli altri, e fa fatica a trovare un equilibrio tra la sua capacità di dare agli altri e il bisogno di salvaguardarsi e dire di no.
In genere gli empatici sono onesti e aderiscono ai propri principi nonostante le pressioni sociali, quindi, paradossalmente, possono essere visti come potenziali persone problematiche in un gruppo.
Diametralmente all’opposto delle persone empatiche, troviamo le persone tossiche e narcisiste.
In psicologia, il narcisismo è, sia il volersi bene che quell’egocentrismo malato ed insano causato da un disturbo del senso di sè e quindi dal fatto che ci si percepisce in modo completamente distorto rispetto a ciò che si è nella realtà.
I narcisisti, sono talmente presi da se stessi che non possono e non sanno amare nessun altro e non provano niente per nessuno. Numerosi sono gli studi portati avanti su quelle che sono le caratteristiche peculiari del narcisismo.
Quando si tratta di una relazione amorosa o di amicizia o collaborazione, il narcisista mette in atto una serie di azioni intese a legare a sé la persona empatica, per poi vampirizzarla.
Inizialmente il narcisista si vende molto bene all’empatico, fingendo di essere una vittima, chiedendo aiuto e appoggio emotivo, o mostrandosi ammirevole e valoroso.
L’empatico può innamorarsi o semplicemente provare affetto e compassione per il personaggio recitato dal narciso, e quindi impiegherà le sue energie in quello che gli sembra una giusta causa, diventando la fonte primaria di nutrimento narcisistico, anche dopo che il narcisista avrà smesso di recitare il personaggio meraviglioso iniziale.
L’empatico è tendenzialmente ingenuo e fa una fatica incredibile a capacitarsi del fatto che esistano persone prive di scrupoli, di etica, di buoni sentimenti e di morale.
Quindi cercherà in tutti i modi di tenere le fette di salame sugli occhi e di non notare le discrepanze tra il personaggio favoloso recitato dal narciso e il vero, orribile essere che trapela qua e là man mano che la relazione con il narciso procede.
Il narcisista e la sua partner sono due ciechi incapaci di vedersi l’un l’altro che presuppongono l’esistenza di un amore che è solo la proiezione dell’incapacità di amare qualcuno all’interno di una realtà appagante, condivisa e progettuale.
Il narcisista non vuole che gli altri entrino nel suo spazio perchè quello è il suo spazio vitale, chiede la vicinanza dell’altra persona ma è come se ci fosse un cerchio che non può essere oltrepassato e se l’altra persona si spinge dentro il cerchio, il narcisista la respinge tanto più violentemente, tanto più l’altra persona cerca di entrare.
Il narcisista ritrova sicurezza nelle relazioni superficiali perchè solo nelle relazioni superficiali egli riesce a dominare mentre teme le relazioni impegnative che potrebbero smascherare la sua vera natura.
Il narcisista ti accusa di provare emozioni esagerate o fuori luogo. Le stesse emozioni che lui stesso ti ha provocato intenzionalmente.
Nella mente del narcisista, l’altro non esiste, e quando l’empatico diventa vittima del narciso, è ridotto al rango di co-dipendente.
L’altro non esiste come interlocutore e non esiste come persona ma è solo uno specchio ed un oggetto che gli serve per convalidare la propria immagine ed arricchire una narrazione egocentrica che necessita di vittime da sacrificare alla propria personalità despota, tirannica e dittatoriale.
Gli altri non vengono considerati, esattamente come un tempo qualcuno non ha considerato lui come qualcosa di prezioso, di unico e da amare.
Ha dei genitori narcisisti, anaffettivi ed incapaci di amarlo. Per entrare in contatto con se stesso, il narcisista deve partire dal contatto col proprio corpo per recuperare quel sentire che ha ucciso e che lo ha reso DISUMANO.
Nel frattempo, l’empatico cerca disperatamente di continuare a credere all’esistenza di quella persona meravigliosa, altrimenti tutte le sue convinzioni si dimostreranno sbagliate e gli crollerà il mondo addosso.
Ma il naturale istinto ad amare e ad essere compassionevole si trasforma in uno stato profondo di panico ed ansia.
Il narcisista ti accusa di essere gelosa dopo aver apertamente flirtato con un’altra o ti incolpa di essere troppo pressante, dopo averti ignorato per giorni.
I malati di narcisismo utilizzano queste reazioni al fine di dimostrare quanto tu sia diventata “isterica”.
E presto, ti ritrovi ad essere una sorta di “detective”.
Non era mai successo in nessun’altra relazione prima, ma improvvisamente, la persona empatica, si trova ad investigare proprio quella persona cui un tempo avevi dato fiducia incondizionata.
Se il narcisista è attivo su Facebook, inizi a rileggere il suo diario ed il suo album tornando indietro di anni…
Il narcisista si circonda di ammiratrici, potenziali amanti, e di chiunque possa garantirgli un’attenzione dipendente. Questo ti farà sentire confusa e ti rimanderà la sensazione che il “tuo” narcisista sia molto ricercato e richiesto.
E la persona empatica, continua disperatamente a cercare risposte ad uno stato d’animo che non riesce a spiegare; si scusa e piange molto più di quanto abbia mai fatto, dorme poco e male e si svegli ogni mattina ansiosa e sconvolta.
In una relazione con un narcisista, ti senti esausta, instabile, shockata e vuota, perché il narcisista non è in grado di provare empatia.
L’assoluta mancanza di empatia di un narcisista fa sì che, sempre più frequentemente, all’interno della relazione una vittima si trovi a tentare di spiegare disperatamente come si sentirebbe lui se lei si comportasse nello stesso modo, confrontandosi inevitabilmente con una reazione impassibile da parte del narcisista.
Gradualmente, la vittima inizierà a non comunicare più le proprie esigenze ed i propri stati d’animo, proprio perchè molto facilmente si troverebbe di fronte alla punizione del muro del silenzio o all’indifferenza, tipiche reazioni di attacco/difesa del narcisista!
Infatti, il narcisista è molto rapido nel capovolgere il confronto a danno dell’altro, si focalizza sui tuoi errori ed ignora i propri.
Ed è così, che, puntualmente, la persona empatica, si ritrova a spiegare gli elementi basilari delle relazioni umane ad un adulto.
Le coppie normali hanno delle discussioni al fine di risolvere le reciproche difficoltà, ma il narcisista mette subito in chiaro che quella discussione metterà a rischio la relazione, soprattutto quelle che riguardano il suo comportamento. Qualsiasi tuo tentativo di confronto otterrà il trattamento del silenzio. Sarai quindi costretta a scusarti e a dimenticare rapidamente, altrimenti sai bene che il narcisista perderà interesse nei tuoi confronti.
E’ un’irresponsabile, un bambino travestito da adulto che vuole stare sempre al centro del mondo in maniera quasi autistica, e nel tentativo di capovolgere qualsiasi confronto a danno dell’altro, un narcisista ha una giustificazione per qualsiasi situazione, riuscendo a creare bugie prima ancora che la vittima abbia chiesto qualcosa e a spostare la conversazione sulle presunte mancanze della vittima.
Paradossalmente, nella nostra società ottusa ed acritica, i narcisisti sono considerati persone vincenti: sono alla moda, frequentano i posti giusti, si vestono come si conviene, si adeguano alle opinioni e ai valori esterni (conformismo) e non coltivano nulla di personale.
Essi credono di essere perfetti, dicono quello che gli altri vogliono sentirsi dire e non possono mettere in discussione la propria immagine perchè aprirebbero il vaso di pandora che spalancherebbe le porte su quello che percepiscono come un “orrido abisso”.
Questo vuoto squallido ed angosciante, egli lo compensa occupandosi di ciò che vorrebbe essere invece di ciò che egli è e coltiva un’immagine di sè ideale.
I narcisisti vogliono essere compresi ed accettati per ciò che sono, esattamente ciò che non è accaduto quando erano bambini e avevano dei genitori con delle aspettative troppo alte rispetto a quella che era la realtà.
Da piccoli non sono stati capiti e non sono stati rispettati nei loro sentimenti e per guarire dovrebbero trovare qualcuno che li accetti nella loro interezza.
Il narcisismo non è solo una sofferenza mentale in sè ma sta alla base di ogni tipo di sofferenza mentale di cui costituisce il nucleo distruttivo.
Il partner debole agisce in buona fede sulla base dell’errato presupposto che “se avrò pazienza e mi comporterò bene, l’altro cambierà”.
Oppure “l’altro mi ignora, mi punisce o mi maltratta perchè io non faccio abbastanza”.
E’ un rapporto frustrante e sbilanciato e se il partner è un narcisista perverso, il sistema diventa un gioco al massacro, un tribunale malato che condanna il dipendente affettivo ad espiare ogni giorno di più la propria inadeguatezza.
Nel frattempo, il narciso dà la colpa delle proprie malefatte all’empatico, che secondo lui non gli fornisce abbastanza amore e adorazione e chissà che altro: altrimenti, sostiene, il narciso sarebbe sereno e continuerebbe a essere la persona meravigliosa dei primi tempi.
L’empatico ci crede e si addossa tutte le colpe per i problemi del narciso e della relazione. Quindi si convince che per sanare la situazione, lui o lei debba dare, dare sempre di più, fino ad essere totalmente prosciugato.
Il narcisista fa sentire l’altro colpevole: nega costantemente il proprio comportamento manipolatorio e minimizza ogni evidenza ogni volta che viene confrontato con esso.
Appare sprezzante, sbrigativo ed estremamente critico laddove si provi a smontare le sue costruzioni con i fatti.
Invece di riconoscere il proprio comportamento come inappropriato, il narcisista tenderà a far sentire la vittima in colpa per essere troppo sensibile, esagerata o pazza.
A questo punto, l’empatico in genere finisce sull’orlo del suicidio o dei comportamenti autodistruttivi, e il narciso se ne sbarazza non appena trova una nuova vittima fresca e “succosa”.
Il narcisista corre dietro alle lucciole dell’avere, del successo esteriore e dell’acclamazione altrui e compie delle azioni che sono in contrasto con la sua vera natura, con i veri bisogni e valori dell’esistenza.
Non accetta la frustrazione e cerca sempre continue conferme, è vulnerabile alle critiche, insicuro, arrogante e presuntuoso, dipende dall’approvazione altrui ed è improntato in modo irrealistico al controllo ed al potere.
Ecco perchè egli si dissocia dalla propria fragilità e dai suoi bisogni profondi che vengono percepiti come una minaccia per le proprie finalità di autoaffermazione, di successo e di possesso.
La negazione dei propri errori, limiti e difetti, lo porta a rifiutare il sentimento della colpa reale, all’incapacità di amare, al cinismo e all’indifferenza.
E’ separato dal suo vero Sè ed incarna un falso Sè grandioso ed illusorio.
Purtroppo, molte donne vivono queste relazioni malate come una sfida e non si arrendono a mollare l’osso sperando di poter ribaltare la situazione a proprio favore ma si tratta di un errore micidiale perchè i narcisisti alzano il tiro con la violenza, ma, NON CAMBIANO.
Ma, se vero è, che nessuno può riempire il vuoto di un narcisista, i problemi si possono risolvere solo se le parti in causa si considerano impegnate nella relazione, se nutrono un interesse autentico l’una nei confronti dell’altra e se si riconoscono RECIPROCAMENTE lo stesso valore.
Foto copertina: http://www.faredelbene.net