Le vicende processuali tra il comune di Bisceglie e il Bar Helsinki si arricchiscono di un nuovo capitolo. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal titolare dell’attività commerciale “al limitato fine della fissazione dell’udienza di merito” e ha chiesto quindi al Tar una fissazione rapida del giudizio di primo grado. In altre parole, quindi, la struttura esterna al Bar non dovrebbe essere rimossa in attesa dell’udienza collegiale del Tar, al termine della quale sarà emessa sentenza in favore dell’una o dell’altra parte, del Comune o dei titolari del Bar Helsinki.
“L’ordinanza del Consiglio di Stato non sospende l’efficacia del provvedimento del Comune“, ha sostenuto telefonicamente alla nostra redazione l’Avv. Massimo Felice Ingravalle, legale del Comune di Bisceglie insieme all’Avv. Aristide Police. “Si tratta di una sospensiva ai soli fini della fissazione dell’udienza di merito, ai sensi dell’art. 55, comma 10, del Codice amministrativo”.
Lo scorso dicembre il Tar Puglia, sezione di Bari, aveva respinto l’istanza cautelare presentata dal titolare del Bar Helsinki per la sospensione dell’ordinanza comunale 129 del 31 agosto 2016. Il provvedimento del comune di Bisceglie sanciva la decadenza dall’autorizzazione ad occupare il suolo pubblico della piazzetta ubicata tra corso Umberto, via Lecce e via Sonnino e la contestuale rimozione di tutte le opere realizzate, nonché il ripristino dello stato dei luoghi originario. Contro questa decisione il Bar Helsinki aveva presentato ricorso in Consiglio di Stato.
Nella giornata di ieri, 16 marzo, è arrivata l’ordinanza dell’organo di secondo grado della giustizia amministrativa: “I profili tecnici della questione prospettata relativamente alle caratteristiche del manufatto asseritamente illegittimo appaiono meritevoli di approfondimento, da condursi nella più opportuna sede del giudizio di merito”. In attesa del giudizio però, si legge nell’ordinanza del Consiglio di Stato, “risulta non irrilevante il periculum del danno derivante dalla prospettata demolizione (della struttura esterna, ndr), e che pertanto appare opportuno, anche in vista della imminente stagione estiva, una celere fissazione dell’udienza nel giudizio di primo grado”.
Il Consiglio di Stato chiede quindi al Tar una fissazione rapida del giudizio di primo grado e sottolinea come vi sia la possibilità, fino a quel momento, di un danno derivante dalla demolizione della struttura oggetto di disputa legale. La questione rimane quindi tutt’ora aperta e si attende ora la sentenza di primo grado del Tribunale Amministrativo Regionale.