L’indice di motorizzazione a Bisceglie è di 60 automobili ogni 100 abitanti, per un totale di 32.581 autovetture potenzialmente circolanti. Lo rivelano i dati dell’Osservatorio Pums, a cui il Comune di Bisceglie ha aderito nel 2018, completando la prima fase indicata dalle linee guida, ovvero quella di definizione del quadro conoscitivo, propedeutica alla redazione del documento d’indirizzo contenente le scelte strategiche intorno alle quali si svilupperà il piano urbano della mobilità sostenibile.
Il 43% delle autovetture circolanti a Bisceglie non rispetta i più recenti standard europei sulle emissioni inquinanti: il 10,55% delle autovetture appartiene addirittura alla classe ambientale Euro 0, il 3,55% alla classe Euro1, il 10,87% alla classe Euro2 e il 17,30% alla classe Euro3. Una larga fetta del parco circolante è composta invece da autovetture Euro4 (il 32,37% del totale), mentre si fermano rispettivamente al 12,97% e al 12,39% i veicoli Euro5 e Euro6.
Il 54,66% delle autovetture in circolazione è alimentato a gasolio, mentre le auto a benzina costituiscono il 38,97% del totale. Residuali gli altri tipi di alimentazione: 4,51% per il Gpl, 1,24% per il Metano, 0,62% per le auto ibride o elettriche (i dati sono quelli ACI 2020, quindi non tengono conto degli eventuali benefici sul parco circolante apportati dagli eco-incentivi statali sulle autovetture BEV e PHEV).
La situazione relativa ai diversi fattori di emissione è la seguente:
Fattore di emissione medio NOx | 0,591 g/km |
Fattore di emissione medio PM10 | 0,054 g/km |
Fattore di emissione medio CO2 | 240,4 g/km |
Fattore di emissione medio PM2.5 | 0,040 g/km |
Fattore di consumo medio | 3,326 MJ/km |
Essendo Bisceglie la sola città della provincia Bat aderente all’Osservatorio Pums, l’unico confronto possibile è quello con la città di Bari. Nel capoluogo di regione, l’indice di motorizzazione è di 58 autovetture ogni 100 abitanti, per un totale di 183.026 autovetture. Il 29% delle autovetture circolanti ha classe ambientale compresa tra Euro0 e Euro3, mentre il restante 71% del parco circolante è composto da autovetture Euro4 (28,83%), Euro5 (16,63%) e Euro6 (25,18%). Decisamente più diffuse le alimentazioni alternative a benzina e gasolio: il 6,59% delle autovetture è alimentato dal Gpl, il 3,77% dal Metano e circa l’1% del parco auto è costituito da auto ibride plug-in o a batteria.
Data la diversa composizione del parco auto, i fattori di emissione medi della città di Bari sono leggermente migliori di quelli registrati nella città di Bisceglie, ad eccezione della CO2, che poco dipende dalla classe ambientale del veicolo. Se infatti un’autovettura Euro6 diesel riduce le emissioni di PM10 e NOx rispetto, ad esempio, ad una Euro3, per la CO2 è molto diverso: le riduzioni non ci sono o sono minime. I veicoli completamente elettrici, invece, non comportano emissioni di CO2 in movimento (indice “Tank-to-Wheel”).
È comunque corretto valutare anche quali siano, nell’intero ciclo di vita, le emissioni relative a tutto il ciclo di produzione dell’energia necessaria ad alimentare i veicoli elettrici. Nel peggiore dei casi, un’auto elettrica con una batteria Made in China e guidata in Polonia (quindi in una nazione dove la penetrazione delle rinnovabili nel mix energetico è scarsa) rilascia comunque il 22% in meno di emissioni CO2 rispetto al diesel e il 28% in meno rispetto alla benzina (dati di Transport & Environment). Nel migliore dei casi, invece, un’auto elettrica con una batteria prodotta in Svezia e guidata in Svezia può ridurre dell’80% l’impronta di carbonio rispetto al diesel e dell’85% rispetto alla benzina (considerando nel calcolo anche la quantità di CO2 emessa in fase di produzione del veicolo e della batteria).
Man mano che crescerà la penetrazione delle fonti rinnovabili, il divario tra mezzi elettrici e fossili diverrà più grande, e se tutti i Paesi mantenessero gli impegni richiesti da Bruxelles per il 2030, le emissioni di CO2 sarebbero in media fino a 4 volte più basse per la mobilità elettrica rispetto a oggi. I veicoli attualmente in vendita si collocano però su fasce alte di prezzo. Circa l’80% dei veicoli elettrici sul mercato costano infatti tra i 20.000 e gli 80.000 euro (di listino). La fascia di prezzo tra i 10.000 e 20.000 euro, che per i veicoli a combustione interna rappresenta il segmento delle auto più vendute, è raggiungibile esclusivamente attraverso l’utilizzo di incentivi statali per auto di fascia superiore.
L’analisi del parco auto circolante a Bisceglie, vecchio e inquinante, certifica però la necessità di un drastico cambiamento nel modo di intendere la mobilità cittadina. Cambiamento che passa necessariamente per due azioni: l’elettrificazione del parco auto e la riduzione del numero di veicoli circolanti.