“Adotta il restauro”. Si chiama così la campagna di raccolta fondi per il restauro della chiesa di Sant’Agostino presentata la mattina di martedì 5 dicembre in una conferenza stampa tenutasi nella filiale di Bisceglie della Bcc Alta Murgia.
I lavori sono cominciati il 2 ottobre scorso poiché, complice l’assenza di interventi dal 1966, l’edificio sacro, edificato nel 1845, necessitava di interventi urgenti di consolidamento statico e restauro. Da tempo, infatti, anche durante le funzioni religiose, si registravano frequenti cadute di intonaco e calcinacci dal soffitto, nonché di parti di cornicione e del campanile all’esterno, mettendo in pericolo l’incolumità dei fedeli e semplici passanti.
Il costo dell’intervento ammonta complessivamente a circa 650mila euro. Il primo step di lavori, già approvato e avviato, prevede una spesa di circa 200mila euro e sarà affrontato con il contributo dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica e una donazione privata. Restano quindi da raccogliere altri 450mila euro. Compito non semplice. Per questo il parroco di Sant’Agostino, don Stefano Montarone, e la Banca Bcc Alta Murgia hanno pensato all’iniziativa di fundraising. Chi vorrà potrà adottare il restauro con un contributo di mille euro attraverso finanziamenti a tasso super-agevolato. Due le possibilità: versare 29.08 euro al mese per 36 mesi o 42.98 euro al mese per 24 mesi.
“La nostra banca”, ha spiegato Tommaso Regina, direttore della filiale di Bisceglie della Bcc Alta Murgia, “ha messo a disposizione finanziamenti azzerando completamente i costi sopportati dall’istituto bancario, necessari per le pratiche, e proponendo un tasso di interesse decisamente basso, al 3%, per agevolare i fedeli e contribuire alla causa. La sottoscrizione del finanziamento, inoltre, prevede l’apertura gratuita di un conto, la cui gestione resta per sempre a costo zero”.
Chi fosse interessato ad una semplice donazione, di qualsiasi cifra, può contribuire anche con un assegno bancario intestato a “Parrocchia Sant’Agostino” o con un bonifico bancario, sempre intestato a “Parrocchia Sant’Agostino” presso Bcc Alta Murgia, filiale di Bisceglie, al seguente Iban: IT 50G0705641360000040100264.
“Chiedo uno slancio del cuore, un atto di amore per il prossimo”, ha detto nel suo appello il parroco di Sant’Agostino, Don Stefano Montarone, che ha reso realtà il restauro dopo vent’anni in cui era rimasto solo teorico per mancanza di continuità alla guida della parrocchia. “Prendere a cuore questo progetto credo sia un impegno morale per ciascuno di noi, chiamati a consegnare alla generazioni future ciò che noi abbiamo ricevuto”, ha aggiunto il sacerdote, ringraziando chi ha già donato e chi lo farà.
“Appena proposto da Don Stefano, il progetto è stato subito condiviso con entusiasmo da tutti gli organi della banca”, ha spiegato Domenico Ardino, presidente della Bcc Alta Murgia. “Con questa iniziativa vogliamo dimostrare che siamo una banca del territorio che investe sul territorio come segno di riconoscimento nei confronti di chi ci da fiducia”. “Il mondo delle Bcc deriva da quelle che un tempo si chiamavano ‘casse rurali’, volute da un grande papa italiano (Leone XIII, ndr) per dare un’opportunità ad una fetta di persone che non potevano avere accesso al credito”, ha aggiunto il vice presidente della Bcc Alta Murgia, Roberto Loiudice. “Oggi in questo spirito abbiamo accettato questa sfida, un progetto sperimentale che parte da Bisceglie ma che vorremmo adottare anche in altre città”. Dello stesso tenore le affermazioni del direttore generale della Bcc Alta Murgia, Salvatore Nardiello, il quale ha sottolineato come si tratti di “una bella occasione per dimostrare che la nostra banca è differente”.
Alla conferenza stampa è intervenuto brevemente anche il vice sindaco Vittorio Fata, che si è complimentato per l’iniziativa e ha sottolineato come “anche il Comune farà la sua parte cercando di dare il proprio sostegno”.
Per completare i lavori, nella speranza che la raccolta fondi riesca a coprire le spese necessaria dopo il primo step già finanziato, ci vorranno non meno di tre anni. La comunità parrocchiale, in questo periodo, come già avviene oggi, si è trasferita al complesso dei cappuccini.