Ventinove anni, questo il tempo che c’è voluto perché fosse fatta giustizia, questo il lungo periodo trascorso prima che il mandante del barbaro omicidio del Dott. Sergio Cosmai fosse definitivamente condannato all’ergastolo. Bisceglie ha reso onore alla memoria del suo valoroso concittadino proprio nel primo anniversario di questa storica sentenza.
Ieri sera in piazza Vittorio Emanuele, alla presenza del sindaco Spina, dei membri del presidio Libera di Bisceglie e dei familiari di Sergio Cosmai, è stata svelata una targa affianco alla magnolia piantata in questi giorni in memoria del direttore del carcere di Cosenza che non si piegò mai al ricatto mafioso e condusse con onestà il suo incarico a costo della propria vita. Prima dello svelamento della targa ha preso la parola il primo cittadino Francesco Spina che ha lodato l’iniziativa di Libera ed il gran valore pedagogico e sociale di tutta l’attività del presidio biscegliese. “Ieri con un atto amministrativo, una delibera di giunta, abbiamo sancito ufficialmente il nostro omaggio alla memoria di Sergio Cosmai, oggi andiamo a svelare questa targa così ricca di significato” ha dichiarato Spina “Una persona onesta e devota allo stato ed alla sua famiglia, questo era il dott. Cosmai ed è con grande commozione che consegniamo questa targa in suo ricordo”.
Dopo la cerimonia di svelamento della targa si è passati alla lettura dei nomi di tutte le vittime innocenti delle mafie, momento molto emozionante e toccante a cui hanno partecipato spontaneamente molti dei biscegliesi presenti e soprattutto tantissimi giovani.
In conclusione ha fatto il suo intervento Tiziana Palazzo, vedova di Sergio Cosmai, come sempre le sue parole sono state forti, decise e soprattutto significative. La targa apposta ha senz’altro il suo valore istituzionale ma il vero omaggio alla memoria è simboleggiato dall’albero di magnolia, una scelta ben ponderata dai famigliari e che ha un significato preciso: “Abbiamo scelto un albero come simbolo per ricordare perché l’albero è il simbolo della vita, della vita che va contro la morte. Dove c’è vita c’è anche la memoria e quest’ultima va coltivata come un seme, un seme da cui nasce una speranza, la speranza che il mondo diventi un posto veramente pulito. Chiunque si fermerà qui capirà che oltre la morte c’è la vita, quando si muore per la giustizia“.