“È ancora una volta opportuno fare chiarezza sulla presenza di alga tossica per evitare che si ingeneri allarmismo e si rischi di penalizzare ingiustamente l’intero comparto turistico cittadino”, questol’incipit del comunicato stampa redatto dal Comune di Bisceglie in merito alla notizia relativa alla diffusione della cosiddetta alga tossica nel mare biscegliese.
“Le analisi dell’ARPA Puglia vengono effettuate in un solo tratto della litoranea denominato “500 metri a sud della fogna cittadina”, estremamente periferico (nei pressi di Ripalta) e con scarsa accessibilità, tanto da essere già frequentato molto di rado.
Le analisi della prima quindicina di luglio, in quel punto, hanno rilevato una densità di Ostreopsis Ovata di 60.950 cellule/litro in colonna d’acqua, un dato in netta diminuzione rispetto alle 111.339 cellule/litro registrate nella seconda quindicina di giugno ma comunque superiori alle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità che fissa un limite di 30.000 cellule/litro. Per questo motivo, a scopi preventivi, resta in vigore, solo nel tratto specifico denominato “500 metri a sud della fogna cittadina” il divieto temporaneo di balneazione.
È bene chiarire che tale provvedimento non è esteso al resto della costa cittadina, che resta quindi assolutamente balneabile. Non è corretto quindi parlare di “bandiera rossa su Bisceglie” perché questo concetto rischia di essere fuorviante, danneggiando ingiustamente l’intera Città e il settore turistico”.
E ancora si legge: “Il fenomeno della cosiddetta “alga tossica” – è bene ricordarlo – nulla ha a che vedere con l’inquinamento ma è in realtà la proliferazione e fioritura di microalghe della specie “Ostreopsis Ovata”, un’alga di dimensioni microscopiche di origine tropicale. Condizioni metereologiche e marine favorevoli alla proliferazione e diffusione dell’alga sono: presenza di fondali costieri di natura rocciosa, presenza di barriere artificiali (barriere frangiflutti), il protrarsi per parecchi giorni di alta pressione atmosferica, mare calmo ed elevata temperatura dell’acqua. Tale microalga in alcuni casi può provocare disagio e fastidio alle persone che sono venute a contatto diretto o indiretto con acque interessate dalla fioritura”.