Riceviamo e integralmente pubblichiamo un comunicato stampa della sezione biscegliese di Amnesty in merito alla condanna allo studente egiziano Patrick Zaki.

“Una condanna assurda e scandalosa per un reato mai commesso” ha tuonato Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International Italia, pochi minuti dopo la condanna inappellabile a tre anni di carcere emessa dal tribunale di Mansura (Egitto) nei confronti di Patrick Zaki, attivista egiziano per i diritti umani, studente
dell’Alma Mater Studiorum di Bologna e cittadino onorario di Bisceglie.

Per oltre tre anni, a partire da quello sciagurato 8 febbraio 2020 in cui Patrick venne fermato all’aeroporto del Cairo e posto in detenzione preventiva con accuse pretestuose, Amnesty International ha chiesto di tenere alta l’attenzione sulla vicenda, affinché il governo egiziano non potesse silenziare l’ennesima voce critica nell’indifferenza generale.

Da allora, sia a livello locale che nazionale e internazionale, il racconto di questa storia è stato diffuso
capillarmente e sono stati lanciati continui appelli per chiedere l’immediata e incondizionata scarcerazione del giovane cittadino egiziano, cui decine di città italiane – tra cui Bisceglie – hanno assegnato la cittadinanza onoraria allo scopo di esercitare pressione sul governo italiano e spingerlo ad intervenire diplomaticamente.

Il 7 dicembre 2021 Amnesty International Bisceglie era in Piazza San Francesco ad annunciare e festeggiare la sua scarcerazione, nella consapevolezza però che essa non coincidesse con la fine della vicenda giudiziaria di un Patrick ancora imputato, laddove in Egitto “imputato” equivale nella maggior parte dei casi a “condannato”.

Non è però questo il momento di cedere alla frustrazione e mollare la presa, perché ora più che mai Patrick ha bisogno di avvertire il sostegno della società civile, la cui voce deve alzarsi unita e forte al grido “Libertà per Patrick Zaki!”.

Per questa ragione Amnesty International Bisceglie chiama a raccolta la cittadinanza biscegliese affinché scenda ancora una volta in Piazza San Francesco mercoledì 19 luglio (oggi) alle ore 20:30. Esserci è necessario, denunciare le ingiustizie è doveroso e difendere strenuamente i diritti fondamentali di ciascuno di noi è imprescindibile.