“Oggi per noi dovrebbe essere un giorno di festa. Celebriamo la liberazione dal Nazifascismo, la libertà, l’inizio della rinascita della nostra Italia dopo l’orrore della guerra, delle persecuzioni razziali, della Shoah. Eppure non riusciamo a viverlo nella sua pienezza”. Lo ha dichiarato il Sindaco di Bisceglie, Angelantonio Angarano, nel suo intervento in occasione delle celebrazioni per il 77esimo anniversario della Liberazione.
Insieme ad autorità civili e militari, sono state deposte corone di alloro alla lapide in ricordo dei Caduti della Corazzata “Roma”, alla lapide del Milite Ignoto in via Cardinale dell’Olio, al busto del Patriota Vincenzo Calace in piazza Margherita. La fase conclusiva del cerimoniale si è svolta ai piedi del monumento ai Caduti in piazza Vittorio Emanuele II, con la deposizione della corona di alloro che ha visto il Sindaco accompagnato da bimbi ucraini, l’Alza Bandiera, la liturgia della parola officiata da Don Giovanni Di Benedetto, le note della banda di Bisceglie, la lettura di alcune toccanti lettere di partigiani condannati a morte, il messaggio di Rosalba D’Addato, presidente della sezione Anpi di Bisceglie, che ha letto un messaggio della partigiana Luciana Romoli, detta “Luce”, e l’intervento conclusivo del primo cittadino di Bisceglie.
“Come ha detto la nostra Concittadina Onoraria Liliana Segre, sarebbe difficile in un anno come questo intonare Bella ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno ‘trovato l’invasor”, ha aggiunto il Sindaco Angarano. “La resistenza strenua di Mariupol, Kiev e delle altre Città Ucraine oppresse e ancora oggi sotto le bombe non può che ricordarci la Resistenza italiana, con lo spirito di chi l’ha incarnata e il comun denominatore della Libertà. Gli eccidi di Bucha e Borodianka ci fanno rivivere, con infinita tristezza, le stragi di Sant’Anna di Stazzema, di Marzabotto ma avvenute anche nel nostro territorio. Questa è la guerra, il male assoluto. Persecuzioni, violenza, sofferenza, orrore, stragi di civili inermi. Ce lo ha insegnato la storia, sulla pelle viva dei nostri Fratelli caduti. Per questo nella nostra mente e nel nostro animo ci poniamo continuamente una domanda: come è possibile che l’Uomo non l’abbia imparato? In questo particolare momento”, ha continuato il primo cittadino di Bisceglie, “il nostro pensiero va al popolo ucraino e il nostro appello è per la Pace. Pace e ancora Pace. Lo abbiamo detto insieme il 2 marzo scorso in una manifestazione che ci ha unito e commosso. Lo hanno gridato i nostri bimbi nelle bellissime manifestazioni colorate organizzate dalle scuole. Lo ripetiamo oggi in questa giornata così simbolica. Tacciano le armi. Il dialogo e la diplomazia pongano fine alla guerra. Con questa speranza, auguro a tutti buon 25 Aprile”.