Si è inaugurata ieri, giovedì 11 ottobre, la mostra dal titolo: “Apri gli occhi. Attraverso la paura”, organizzata da La rete dei diritti – Bisceglie, ospitata nella chiesa di San Giovanni in castrum del Castello svevo-angioino.

L’esposizione, allestita in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, raccoglie le creazioni dell’omonimo laboratorio di arte terapia, tenutosi da luglio a settembre, a cui hanno partecipato 7 cittadini italiani e 8 cittadini del Gambia, Senegal e Guinea, ospiti dello Sprar – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – dell’ambito sociale di zona Trani – Bisceglie gestito dalla Comunità Oasi 2 San Francesco Onlus, che ha curato il progetto in collaborazione con Palazzo Tupputi – Laboratorio Urbano, gestito da Cineclub Canudo, partner dell’iniziativa. I manufatti sono, dunque, l’esito di un percorso artistico ed esperienziale, guidato dalla psicologa e psicoterapeuta Luisa Marino e dal maestro d’arte Tomas Di Terlizzi.

“Abbiamo voluto creare”, ha spiegato Valeria Sallustio, operatrice della Comunità Oasi 2, “momenti d’incontro sul territorio, non limitati, però, al mero saluto, bensì orientati verso il confronto, il dialogo, la conoscenza autentica dell’altro. Ed il laboratorio è stato proprio questo. Abbiamo riso, pianto, ma ci siamo soprattutto scambiati le nostre paure”. “La paura”, ha aggiunto inoltre Tomas Di Terlizzi, “è un sentimento che ci inibisce di fronte ad una realtà di cui non abbiamo fatto esperienza. Inoltrandoci, però, nella conoscenza, ponendoci in comunione con l’altro, quel timore può mutarsi in curiosità”.

Momento toccante della serata è stata la testimonianza di due ragazzi, ospiti dello Sprar, che hanno partecipato al laboratorio. “Se qualcuno ha lasciato la propria casa”, ha motivato il primo, “è perché vi è un motivo. Gli italiani possano comprendere le cause soltanto domandando, soltanto parlando tra di noi. Ciò che noi stiamo vivendo in Italia è razzismo, un concetto che s’apprende con il tempo, nessuno, infatti, nasce razzista”. “E’ stato fantastico”, ha concluso il secondo, “un’esperienza  che mi ha portato a crescere e a confrontarmi con gli altri”.