A seguito della querelle mediatica nata in questi giorni tra Arcigay Bat e “Sentinelle in Piedi” di Bisceglie (leggi qui), l’associazione per la difesa dei diritti della comunità lgbtqi ha deciso di fare chiarezza sul DDL Scalfarotto. I chiarimenti sono giunti attraverso un comunicato stampa a firme congiunte diramato dall’Arcigay Bat “Le mine vaganti” e condiviso da diverse associazioni ed anche partiti politici della Bat, tra cui: Presidio antifascista Bisceglie, Coordinamento genitore democratici Bat, Associazione Made in Blu, Circolo Arci “Carlo Cafiero” di Barletta, Sinistra Ecologia e Libertà sezione di Bisceglie, Partito Democratico Sezione di Bisceglie, Arci Puglia, Circolo Arci “Opensource” di Bisceglie e U.A.A.R. BAT.
Attraverso il comunicato stampa si rende noto per prima cosa che il famoso DDL è stato approvato dalla Camera dei Deputati ma non ancora dal Senato e pertanto non può ancora definirsi legge. Inoltre la data della votazione in Senato non è stata ancora calendarizzata. Si precisa poi che il DDL Scalfarotto non è una nuova legge creata ad hoc contro l’omofobia o la transfobia ma un ampliamento della legge Mancino del 1993. Questo ampliamento prevede pene severe, tra cui la reclusione, per chi: “diffonde idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull’omofobia o sulla transfobia” e pene ancora più severe per chi: “incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull’omofobia o sulla transfobia.” .
Bisogna però tener presente che durante l’iter per far diventare legge il DDL Scalfarotto è comparso il sub-emendamento Gitti che di fatto esclude come atteggiamento omofobo perseguibile ” la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero anche se assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei princìpi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni” .
In definitiva secondo Arcigay in caso di approvazione del DDL rimarrebbe inalterato il diritto della libertà di espressione di chi “manifesta la sua legittima contrarietà ai matrimoni tra persone dello stesso sesso o alle adozioni gay e lesbiche”, motivo per cui, prosegue il comunicato : ” Riteniamo che manifestazioni in difesa della libertà di opinione che questa legge andrebbe a limitare siano del tutto infondate.”