Sono 46 i lavoratori della Piramide commerciale italiana Spa a rischio licenziamento, tra di loro diversi sono biscegliesi. La ditta si occupa della logistica del Gruppo Megamark, servizio che pare si voglia ora esternalizzare. Le procedure di licenziamento sarebbero state comunicate a fine agosto.

I lavoratori hanno iniziato le proteste contro il provvedimento, proprio lo scorso 9 settembre c’è stato infatti un blocco dei servizi di otto ore attuato dalle prime luci dell’alba.  

“Inizialmente avevano chiesto loro di dimettersi”, ha dichiarato il segretario provinciale della Filcams Cgil, Antonio Miccoli, “per essere presi in carico dal soggetto terzo cui è stato affidato in appalto il servizio. Poi, a fronte del rifiuto dei sindacati e dei lavoratori di rassegnare le dimissioni, è arrivata la decisione di licenziarli indicando espressamente nomi e cognomi dei 46 lavoratori destinati a tornare a casa e creando, così, turbamento e divisioni fra gli stessi”.

I lavoratori, sempre secondo Filcams, sarebbero comunque rimasti uniti e compatti “allo sciopero hanno aderito tutti, compresi i lavoratori non interessati dal licenziamento. Tanto che nella sede della piattaforma logistica è entrato soltanto il direttore, ma nessuno dei lavoratori, mostratisi compatti e solidali fra loro”.

La protesta ha portato al blocco di circa 50 camion, di cui 30 avrebbero dovuto scaricare merce e 20 invece avrebbero dovuto caricarla.

Per Antonio Miccoli è inaccettabile che lavoratori di età media di 55 anni siano a rischio licenziamento soprattutto perché, a parere del segretario Filcams, “La Megamark è tutt’altro che un’azienda in crisi, e probabilmente tale scelta viaggia nella direzione di produrre ulteriori utili. Ma quello che fa specie è che se da una parte l’azienda, attraverso la sua fondazione, si proclami nei fatti vicina al sociale ed alla diffusione della cultura, dall’altra ricorra a mezzi socialmente e culturalmente censurabili”.

Sono previste nei prossimi giorni altre otto ore di sciopero, nel frattempo l’azienda pare non abbia ancora risposto formalmente alle sollecitazioni dei lavoratori. “Se c’è un problema di produttività, il sindacato non si tira indietro”, afferma Miccoli in chiusura, “e siamo pronti a discuterne, ma è troppo comodo scegliere la strada dei licenziamenti”.