“Resta dato oggettivo che il ricorrente (il bar Helsinki, ndr) abbia occupato suolo pubblico con una volumetria ed una estensione maggiore di quanto autorizzato e che il dehors in ferro zincato non rispetti la distanza di almeno due metri dai bordi dei marciapiedi antistanti”. Con questa motivazione la seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, con ordinanza 598 del 2016, ha respinto l’istanza cautelare, formulata dal titolare del Bar Helsinki, di sospensione dell’esecuzione del provvedimento del Comune, che, con l’ordinanza dirigenziale del 31 agosto 2016, n. 129, aveva dichiarato la decadenza dall’autorizzazione ad occupare il suolo pubblico sulla piazzetta interposta tra corso Umberto, via Lecce e via Sonnino e aveva disposto la rimozione di tutte le opere realizzate e il ripristino dello stato dei luoghi originario.

Di qui il ricorso al Tar Puglia del titolare del bar. “Ad un sommario esame proprio della fase cautelare, l’istanza cautelare così come introdotta non appare essere assistita da un sufficiente fumus boni iuris (ovvero la presunzione di una violazione, ndr)”, hanno scritto i giudici del Tar Puglia nell’ordinanza.

Esulta il Comune, sostenendo che il Tar abbia “accertato l’insussistenza del fumus boni iuris, cioè l’infondatezza del ricorso presentato da Bar Helsinki”. “Il Comune di Bisceglie”, si legge nella nota inviata dalla residenza municipale, “conferma quindi, nel contesto di una vicenda assurta a un rilievo politico per non comprensibili motivi, la sua consolidata capacità e competenza nell’adottare provvedimenti amministrativi accomunati dal rigoroso rispetto della legge e del supremo interesse pubblico”.