Il 2016 si è appena concluso e il nuovo anno riparte sulla base dei bilanci che chiudono mesi di attività, impegno e solidarietà. Anche per la Caritas cittadina, infatti, è arrivato il momento di chiudere la porta al passato e fare i conti con un nuovo presente. E quest’anno il senso di “passaggio” che ciclicamente si palesa in questo periodo è sentito più che mai: Rufina di Modugno, responsabile della Caritas cittadina ha passato il testimone al diacono Sergio Ruggieri.
Bisceglie24 ha raggiunto la Di Modugno nel suo ultimo giorno da responsabile in carica, per fare il punto sull’intero anno. Ma, prima di parlare di bilanci e operare dei confronti con il 2015, la responsabile ha ribadito che “la Caritas è un organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), quindi è presente in tutte le parrocchie, in cui c’è un referente Caritas; lo stesso sacerdote è il presidente della Caritas parrocchiale. La Caritas cittadina, pertanto, funge da coordinamento delle attività di quelle parrocchiali e interviene laddove ci sono delle esigenze che non riescono a soddisfare, perché più pesanti o difficili da gestire”.
In continuità con il 2015, l’organo pastorale biscegliese ha portato avanti il progetto Recuperiamoci, nato sette anni fa grazie all’8×1000 delle Caritas italiana, che ha smesso, però, di finanziarlo da tre anni. Il progetto resta in piedi grazie all’opera dei volontari che, considerando anche le attività di sostegno scolastico e quelle di routine, svolte dalle unità parrocchiali, raggiungono circa le 150 unità. “Recuperiamoci impegna una trentina di volontari”, ha sottolineato Rufina, “altrettanti per il doposcuola, nelle 14 parrocchie della città ci sono almeno 5 o 6 persone, se non di più, che si avvicendano nel servizio, quindi parliamo di un numero consistente. A questi mi piace affiancare i volontari “occasionali”, che si avvicinano al pranzo di Natale, che organizziamo da 14 anni. Ogni anno ci sono persone nuove che si avvicinano per curiosità o per la semplice voglia di passare un Natale diverso, vengono lì e si mettono a servizio. E devo dire che alcuni di loro poi sono quelli che sono rimasti, che sono entrati nella grande famiglia dei volontari”. Sebbene ogni anno, dunque, si avvicinano nuove persone al mondo del volontariato cattolico, il numero dei volontari, rispetto al 2015, resta più o meno invariato. Questo perché, ha spiegato Rufina, “c’è sempre un ricambio: molti volontari sono giovani ed essendo un impegno quotidiano, non si può chieder loro di essere sempre a disposizione per svolgere le attività. Donare una piccola parte del proprio tempo, anche un pomeriggio a settimana, per noi è una grande cosa. È un appello che mi sento di rivolgere a tutti quanti: di avvicinarsi a questa realtà, a questo modo di essere vicino agli altri”.
Positivo è stato quindi l’impegno dei volontari, come quello delle attività imprenditoriali cittadine che hanno collaborato e collaborano alla raccolta del cibo invenduto, senza le quali il progetto stesso verrebbe meno: “Nel 2016 c’è stato sicuramente un riscontro positivo, rispetto allo scorso anno, le attività rispondono con entusiasmo a questa iniziativa” ha dichiarato Rufina, riferendosi al progetto Recuperiamoci, “anche perché è un modo nuovo per gestire le eccedenze e non mandarle in discarica, senz’altro una ricaduta positiva sul territorio, da un punto di vista della gestione dei rifiuti”. Sul profilo Facebook ufficiale della Caritas, infatti, ogni giorno (Recuperiamoci è attivo dal martedì al sabato) vengono riportati i dati relativi al quantitativo di cibo che viene distribuito a circa 70 famiglie al giorno: “in media, riusciamo a raccogliere circa 70kg di pane, 300kg tra frutta e verdura, una 20ina di kg tra focacce, rustici e tutti i prodotti da forno”. A ciò, nel periodo natalizio, si aggiungono le donazioni di latte, biscotti e formaggio, prodotti che non riescono a fornire durante l’arco dell’anno, poiché non soggetti a breve deterioramento.
L’impegno profuso dalla Caritas, come la disponibilità dei liberi esercenti, permette, secondo l’ultimo censimento effettuato in collaborazione con le Caritas parrocchiali, quindi con la piattaforma Gemaca, dove vengono inseriti i dati, di assistere annualmente 1200 famiglie, un dato che purtroppo non risulta essere diminuito dallo scorso anno, rispetto al quale “forse è cambiata la tipologia: sono andati via molti tunisini, algerini, ucraini, a causa delle vicende politiche dei loro Paesi”, ha spiegato la Di Modugno, “ma si sono affacciate nuove realtà, purtroppo, le ‘nuove povertà’: chi perde il lavoro, le famiglie monoreddito, i pensionati che non riescono a far fronte alle necessità, perché si trovano sempre più spesso a far da sostegno alle famiglie dei figli”. Il sostegno a cui deve rispondere la Caritas, pertanto, non è solo legato alla soddisfazione del fabbisogno alimentare delle famiglie, ma lo è anche alla necessità di intervenire economicamente: “sono aumentati, e di molto, gli interventi economici ai quali la Caritas si è trovata a far fronte. Nel 2015, per esempio, la Caritas cittadina ha fatto interventi per circa 5mila euro, corrispondenti al pagamento delle utenze, dell’affitto, dell’acquisto di testi scolastici e occhiali da vista. Ci siamo trovati di fronte a famiglie alle quali erano state tagliate le utenze e si sono ritrovate dall’oggi al domani senz’acqua, senza luce o gas; lì siamo dovuti intervenire per ripristinare i servizi. Nel 2016 gli interventi economici, anche se non abbiamo ancora fatto una chiusura definitiva dei bilanci, a una prima occhiata, risultano essere più sostanziosi”. La responsabile inoltre ha sottolineato che si riferisce a dati della sola alla Caritas cittadina, poiché, per quanto è loro possibile, anche le Caritas parrocchiali cercano di andare incontro alle necessità economiche delle famiglie che assistono.
Costola di Recuperiamoci è “Una marcia in più”, un progetto nato qualche anno fa che, aveva, tra le sue attività principali, il sostegno scolastico e l’Informalavoro; quest’ultimo è stato chiuso a luglio 2016 a causa di nuove linee guida indicate dalla Caritas Italiana. Il sostegno scolastico, invece, è stato ripristinato lo scorso ottobre, grazie all’impegno dei volontari, e si svolge in quattro centri cittadini: l’Istituto San Vincenzo, la parrocchia di Santa Maria di Passavia, la parrocchia di Santa Maria di Misericordia e quella di San Matteo, all’interno dei quali sono accolti circa una quarantina tra bambini e ragazzi.
Rufina di Modugno ha riscontrato inoltre una buona collaborazione con i servizi sociali, citando anche l’Amministrazione comunale, che sovvenzionerà la Caritas, come nel 2015, con un contributo di 1000€, “che non è molto, ma è segno di attenzione”, ha precisato la responsabile, e le associazioni cittadine. “Lavorare in rete è un fatto di mentalità”, ha aggiunto Rufina, “se ci si chiude nel proprio orticello non si va da nessuna parte. A maggior ragione in questo periodo, in cui le necessità sono sempre più grandi e forti. Nessuno può andare avanti da solo: o si va avanti tutti insieme o non si riesce a fornire al nucleo familiare un sostegno valido. Quella della collaborazione è una strada che dev’essere percorsa, se veramente vogliamo aiutare il territorio”.
Complessivamente buono, in sostanza, il giudizio delle attività della Caritas nel 2016, anche se la Di Modugno non ha rinunciato a dire: “Si può fare di più”, a richiamare il famoso brano di Sanremo ‘87. Nulla in merito ai progetti per il 2017, invece, dato il passaggio delle consegne a Sergio Ruggieri.
Non resta che ringraziare Rufina Di Modugno per la volontà e la perseveranza che ha dimostrato in questi anni e augurare al nuovo responsabile un buon inizio, d’anno e di un nuovo cammino.