Giovani, competenti, laureati in discipline diverse, disponibili, volenterosi e solidali: parliamo di Valentina Di Nardo, Miriana Germinario, Gianluca L’Erario e Gemechis Paparella, i quattro giovani selezionati per svolgere il Servizio Civile presso la struttura dei Cappuccini della Caritas cittadina lo scorso maggio da una Commissione Caritas Regionale seguendo criteri ministeriali.
Il Servizio consiste nel prestare attività svolgendo incarichi di assistenza o di utilità sociale o di promozione culturale. In occasione del convegno ecclesiale del 1976, la Caritas ha ricevuto dalla Chiesa italiana il compito di promuovere l’obiezione di coscienza e il servizio civile, compito che persegue tuttora con rinnovata convinzione attraverso progetti di servizio coordinati dalle Caritas Diocesane.
Il progetto della Caritas biscegliese, presentato grazie alla collaborazione di Giuseppe Russo della Caritas regionale, promuove attività volte a contenere e ridurre situazioni di povertà ed emarginazione a favore delle categorie più fragili e deboli della nostra comunità. Alcuni numeri: 25 ore settimanali di lavoro, in turni (mattino o pomeriggio) e 72 ore di formazione da spalmare nel corso dell’anno per un compenso di circa 500 euro al mese.
Sergio Ruggieri, coordinatore cittadino della Caritas, giudica favorevolmente il loro arrivo e vuole “utilizzare soprattutto le loro competenze informatiche per completare il lavoro di immagazzinamento dati degli utenti che si avvicinano ai vari servizi oltre che supportare le Caritas parrocchiali nello stesso compito. Una chiacchierata piacevole per sondare il loro approccio a questo loro nuovo lavoro”.
Gianluca e Gemechis avevano già una certa dimistichezza con le attività Caritas sia per aver servito più volte come volontario nei “Pranzi Caritas” il primo, sia per aver dato la disponibilità alla Caritas della parrocchia di appartenenza il secondo. Le due ragazze, invece, per averne parlato coi propri genitori, vicini alle Caritas parrocchiali. Tutti e quattro ritengono il “servizio” in Caritas un banco di prova per toccare con mano la situazione socio-economica in cui versa la popolazione più in difficoltà in questo momento e una maniera per “migliorarsi”. “E non sono immigrati o extracomunitari quelli che incontriamo – affermano – sono in maggioranza italiani e biscegliesi”
Ai quattro nuovi supporter della Caritas è stata messa a disposizione una stanza dove potranno effettuare i loro lavori e due sono i riferimenti a cui rivolgersi: il dott. Giuseppe Ruggieri, Operatore Locale di Progetto e Antonio L’Erario, conoscitore della struttura dei Cappuccini e coordinatore di utenti e volontari.
“Sono una grande risorsa per noi queste quattro giovani forze che affiancano i nostri volontari – ribadisce Sergio Ruggieri -. I bisogni degli utenti sono tanti e le forze volontarie a volte insufficienti a soddisfare tutte le esigenze, spesso affidate a pensionati che danno disponibilità una o due volte alla settimana”. “L’essere presenti tutti i giorni, avere capacità di apprendere velocemente dai volontari le modalità di lavoro, avere la flessibilità di modificare l’atteggiamento da tenere in base alle esigenze degli utenti ed essere capaci di introdurre anche qualche cambiamento in positivo sono elementi che rendono preziosissimo il contributo dei giovani operatori”, conclude il responsabile del progetto Giuseppe Ruggieri.