La Caritas di Bisceglie, in collaborazione con la Cooperativa “I care-Mi stai a cuore”, contando anche sulla solidarietà di numerosi concittadini, ha intrapreso una nuova iniziativa nata dalla volontà di fornire una risposta all’emergenza abitativa.
Sarà inaugurata venerdì 8 ottobre 2021 alle ore 17.30 “Casa Barbiana”, una casa alloggio all’interno del complesso di san Michele dei Cappuccini, di proprietà della Diocesi, in via prof. Mauro Terlizzi n. 24. La Caritas cittadina gestirà la struttura di concerto con la cooperativa sociale. La casa è dotata di 11 stanze, bagni, cucina e sala pranzo e una stanza di comunità.
“Il progetto, sostenuto dal fondo 8xmille CEI e dall’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, mira all’accoglienza di quanti si trovano in situazione di marginalità, all’accompagnamento verso l’uscita da tale stato e al recupero di una condotta di vita sana, fortemente orientata verso una propria autonomia“, spiegano Sergio Ruggieri, referente Caritas Bisceglie, e Carmine Panìco, presidente ‘I Care’, “Il principio del ‘Mi importa, ho a cuore’, adottato da Don Milani nella sua scuola, guiderà tutti gli operatori della cooperativa sociale ed i volontari della Caritas impegnati nel progetto: come la cura educativa orientata a promuovere sollecitudine attenta e rispettosa dell’altro era alla base dell’operato nella Scuola di Barbiana, così sarà sollecitata una presa di coscienza civile e sociale nella Casa-alloggio”.
La Casa sarà intitolata alla memoria di don Mauro Monopoli, fondatore dell’oratorio “San Vincenzo de’ Paoli” in via Roma a Bisceglie, esperienza educativa avviata nel 1948 e durata per circa due decenni.
Il progetto si rivolge a 10/15 maggiorenni, italiani e stranieri, in forte disagio sociale e condizione di vulnerabilità sociale, senza dimora, in particolare donne e coppie con bambini in cerca di accoglienza temporanea. Saranno prese in considerazione segnalazioni dei Centri d’ascolto parrocchiali, dell’Assessorato al Welfare del Comune di Bisceglie o della BT, dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna, con le quali saranno stipulate delle convenzioni.
“Un preciso protocollo sarà seguito prima dell’accesso alla Casa”, precisano Ruggieri e Panìco, “Ascolto da parte di una équipe formata da psicologo ed assistente sociale, colloqui e osservazione della persona individuata che accetterà un progetto educativo concordato e stilato ad hoc per lei/lui. La permanenza nella struttura è prevista per un massimo di sei mesi, prorogabili in base al Piano educativo individualizzato, prevede l’accompagnamento dell’ospite in un percorso di sostegno psicologico e di orientamento sul territorio e al lavoro”.