Il Casale di Giano è in lizza per diventare uno dei luoghi del cuore del Fai, Fondo Ambiente Italiano. Giunta ormai alla nona edizione l’iniziativa “I luoghi del cuore” costruisce una mappa variegata per tutta l’Italia di luoghi “speciali perché legati alla nostra identità e alla nostra memoria”. Lo scopo della mappatura è quello di valorizzare questi posti spesso in stato di abbandono, i luoghi più votati infatti ricevono dei fondi pubblici destinati proprio al recupero dei luoghi.
Il casale biscegliese è già ai primi posti della Bat nella classifica Fai ma è necessario continuare a votarlo per far si che entri di diritto nei “luoghi del cuore”. Per votare il Casale di Giano basta cliccare sul seguente link: https://www.fondoambiente.it/luoghi/casale-di-giano?ldc .
Ricordiamo che il Casale di Giano è situato lungo Via Andria a circa quattro chilometri e mezzo dal centro abitato di Bisceglie, al confine con l’agro tranese, ed è uno dei più antichi casali biscegliesi. Nel Casale di Giano sono stati rinvenuti alcuni assi romani (oggi custoditi nel Museo kircheriano di Roma), e un’iscrizione del tempo di Flavio Claudio Giuliano. Con la caduta l’Impero Romano con l’avvento dei Longobardi, fu soppresso il culto romano di Giano, e con il diffondersi del cristianesimo si iniziò a praticare il culto della Vergine Maria, la quale cambiò il nome del casale in Santa Maria di Giano. Nelle vicinanze, all’inizio del settecento, sotto i duchi longobardi: Liutprando e Scaniperga, sorse un ricco monastero (di cui oggi non si ha traccia) a cui appartenevano beni e servitù sparsi tra Barletta e Bitonto. Il luogo viene citato per la prima volta in un documento di donazione del 965. Il casale iniziò a spopolarsi nella seconda metà dell’anno 1000, come attestano alcuni documenti, e il culto fu trasferito nella Chiesa di San Matteo. Nel 1182 fu collocato sotto l’altare della Chiesa di Santa Maria di Giano, il braccio di Santo Stefano proveniente dal monastero di Santa Maria di Colonna, e oggi custodito in Cattedrale. Nel 1727, sotto il Vescovo Pacecco, la chiesa medioevale fu restaurata, secondo i canoni barocchi, e consacrata.