“In questi giorni ho ricevuto disperate richieste di aiuto da parte di numerosi ex lavoratori della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza, collocati in mobilità nell’anno 2013 (ante amministrazione straordinaria), i quali lamentano la mancata corresponsione, da parte dell’Inps, a far data dal mese di gennaio 2018, dell’indennità di mobilità loro spettante. Secondo gli ex lavoratori in mobilità l’Inps avrebbe motivato l’interruzione dei pagamenti ritenendo esaurito alla data del 31 dicembre 2017 l’obbligo posto a suo carico in forza dell’accordo sottoscritto in data 22 febbraio 2013”. Lo ha reso noto Bartolomeo Cozzoli, commissario straordinario della Casa della Divina Provvidenza. “Una problematica preoccupante che riguarda 87 persone e che, se non seguita attentamente, insieme ad una dolorosa situazione di disagio sociale potrebbe generare episodi di turbamento dell’ordine pubblico”, ha spiegato Cozzoli. “Per questo, pur esulando dalle mie strette competenze, nell’auspicio che l’insorgenda vertenza possa trovare soluzione e che gli ex lavoratori andati in mobilità possano riprendere a beneficiare dell’unica fonte di sostentamento economico alla loro vita quotidiana, ho inteso fornire al Ministero del Lavoro ed all’Inps un contributo informativo che spero possa essere utile a rivalutare la posizione assunta.
“La procedura di licenziamento collettivo avviata dalla Congregazione è stata conclusa con accordo sindacale del 22 ottobre 2013, stipulato presso la competente Direzione Generale del Ministero del Lavoro”, ha motivato il commissario straordinario Cdp, articolando la sua missiva con la puntuale cronistoria di quanto accaduto. “L’accordo ha previsto che la Congregazione avrebbe proceduto innanzitutto al licenziamento dei lavoratori volontari e di quelli che avrebbero raggiunto i requisiti pensionistici entro il 30 giugno 2013 e, successivamente, al licenziamento dei lavoratori che avrebbero raggiunto i requisiti pensionistici entro la durata massima dell’indennità di mobilità, pari a 66 mesi. Tale clausola, oltre che (si ribadisce) oggetto di accordo in sede ministeriale, è stata oggetto di ulteriore confronto con la direzione generale Ammortizzatori Sociali del Ministero del Lavoro durante un apposito incontro. I lavoratori, infine, sono stati licenziati nel rispetto dei suddetti criteri, come risulta dalle comunicazioni inviate agli organi competenti”.
“Appare evidente”, osserva Cozzoli, “come la posizione attualmente assunta dall’Inps (per come manifestata allo scrivente dai lavoratori in mobilità), secondo cui l’indennità in questione, a prescindere dall’entità delle risorse residue, non può essere erogata per periodi successivi al 31 dicembre 2017, contrasta apertamente con le indicazioni fornite dal Ministero nonché con gli accordi assunti in sede ministeriale. La speranza è che adesso l’Inps rivaluti la propria posizione e possa risolvere la drammatica situazione di disagio sociale in cui sono finite 87 famiglie”, ha concluso il commissario straordinario della Casa della Divina Provvidenza.