“In meno di quattro anni la Casa Divina Provvidenza-Opera Don Uva è uscita dal baratro”. Lo dichiara l’On. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati commentando il passaggio di consegne tra il commissario straordinario Bartolo Cozzoli e Universo Salute, azienda acquirente che ancora per due anni sarà sottoposta alla vigilanza del commissario e del Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise).
“Nel 2013”, continua il parlamentare biscegliese, “quando la Procura della Repubblica di Trani guidata da Carlo Capristo chiese l’amministrazione straordinaria, l’azienda era agonizzante, di fatto tecnicamente fallita. Ben 642 milioni di debiti, 23 milioni di perdite annue, stipendi pagati sempre con molti mesi di ritardo, centinaia di lavoratori in mobilità, qualche migliaio di creditori e neppure un centesimo di imposte pagate allo Stato. La fotografia di un disastro aziendale shock”.
“Nel baratro la Cdp ci è finita dopo una progressiva regressione avvenuta in almeno vent’anni ma con gli ultimi dieci caratterizzati da un vero e proprio saccheggio”, sottolinea Boccia sul suo blog. “Lo Stato ha dimostrato quanto può essere forte ed efficiente anche al Sud. Ha saputo costruire attraverso il lavoro paziente e rigoroso del commissario Cozzoli (che non si è fermato nemmeno di fronte a gravissime minacce che lo hanno costretto a una vita sotto scorta) una forte filiera istituzionale sempre connessa: dal Comitato di Sorveglianza del Mise alla Procura di Trani prima con i procuratori Capristo e Giannella, oggi con il nuovo Procuratore Di Maio avvalendosi dell’eccellente nucleo della Guardia di Finanza, fino all’attento monitoraggio delle Regioni Puglia e Basilicata affiancando l’azienda”.
“Oggi”, commenta il presidente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, “inizia una nuova stagione che mi auguro onori l’opera di Don Uva nata nel 1922 seppur con orizzonti differenti. Si riparte da 1500 posti di lavoro diretti salvati, e diverse centinaia indiretti con il numero zero nella casella licenziamenti, un miglioramento del risultato operativo di 21 milioni di euro dall’anno del crack e 42 milioni di imposte versate. Tutto questo avendo assistito oltre 25mila pazienti”.
Boccia in chiusura si rivolge ad Universo Salute. “Ora tocca ai privati dimostrare di essere all’altezza della straordinaria doppia sfida che hanno davanti. Prima di tutto la sfida morale che questa storia impone dopo tutto quello che è accaduto (amnesie sulle responsabilità di rappresentanti ecclesiastici, politici e sindacali sarebbero inopportune) e in secondo luogo la sfida del rispetto delle norme sulle quali vigilerà quotidianamente lo Stato dopo questo straordinario risultato: massima puntualità negli investimenti, cura dei pazienti e tutela dei lavoratori”. “Dopo 95 anni”, conclude Francesco Boccia, “l’Opera Don Uva riparte da Universo Salute con il rigoroso monitoraggio dello Stato. Buon lavoro a tutti i prestatori d’opera, alla nuova proprietà e grazie ancora al commissario Cozzoli per aver dedicato con tutti i suoi collaboratori, quattro anni intensi di vita professionale al salvataggio di un pezzo di storia della Sanità italiana”.