Sono iniziati lunedì 2 ottobre i lavori di recupero strutturale della chiesa di Sant’Agostino. La struttura, edificata nel 1845 originariamente per ospitare gli appartenenti all’ordine degli Eremitani devoti al santo, e famosa successivamente per essere stata la “casa” di due illustri uomini di Chiesa come don Pasquale Uva e don Peppino Di Buduo, era stata ristrutturata per l’ultima volta negli anni ’60 del XX secolo, e dopo quasi cinquant’anni soffriva ormai di problemi che ne minavano pesantemente la sicurezza.
“Non era raro, durante le funzioni religiose, assistere impotenti alla caduta di calcinacci dal soffitto – ha raccontato a B24 don Stefano Montarone, parroco di Sant’Agostino – Per anni sono stati compiuti piccoli lavori per scongiurare i pericoli più urgenti, ma era necessaria una ristrutturazione completa per evitare il peggio”.
Dopo aver festeggiato con la comunità parrocchiale il suo terzo anno a Sant’Agostino con un’ultima celebrazione liturgica nella serata di domenica 1° ottobre, don Stefano quindi si è visto costretto ad un “trasferimento” momentaneo, atteso, ma pur sempre forzato: “Da lunedì 2 la vita della comunità parrocchiale di Sant’Agostino si trasferirà alla Chiesa dei Cappuccini – ha annunciato – Naturalmente si tratta di un trasferimento temporaneo, ma che non ha una data di scadenza ufficiale, essendo in questo momento impossibile confermare il giorno in cui saranno terminati i lavori”.
“Abbiamo potuto iniziare i lavori, finalmente, grazie all’importante contributo messo a disposizione dall’arcidiocesi attraverso i fondi dell’otto per mille e alla rapida risposta della soprindendenza ai beni culturali – ha continuato don Stefano – senza dimenticare le importanti offerte volontarie da parte dei nostri parrocchiani o di altre persone che hanno preso a cuore la nostra situazione. Il quadro completo dei lavori necessita di circa 650mila euro. Siamo ancora lontani da quella cifra, ma con quello che abbiamo possiamo partire con le aree di intervento più urgenti“.
Aree di intervento piuttosto diversificate, a testimonianza di una situazione quasi al limite: “Le maggiori criticità sono rappresentate dalla cupola, dalla quale cadono periodicamente i calcinacci – ha raccontato il parroco – Ma a necessitare di un intervento sono anche il campanile, la facciata e gli interni: questi ultimi, in alcuni casi, sono consumati dalle infiltrazioni. Anche l’impianto elettrico dovrebbe essere rimodernato, perché rispetta standard di sicurezza ormai obsoleti“.
Don Stefano guarda ai prossimi mesi con moderato ottimismo: “A causa dei frequenti cambi di parroco, i lavori di ammodernamento strutturale della chiesa sono stati sempre rinviati per mancanza di continuità alla guida della parrocchia – ha detto – Al mio terzo anno ho pensato però che i tempi fossero maturi per avviare la ristrutturazione, così ho presentato le necessità della chiesa all’arcidiocesi e ai fedeli, subito disponibili ad aiutarmi, e ho contattato l’architetto Sergio Bombini, che già ai tempi di don Andrea Mastrototaro aveva mostrato interesse per coordinare eventuali lavori. Anche altre comunità parocchiali della diocesi hanno mostrato vicinanza e sostegno. Speriamo che tutto vada per il meglio”.
In chiusura, un ultimo appello ai fedeli: “Il sostegno che abbiamo avuto per l’avvio dei lavori, purtroppo, non servirà a completarli, essendo la cifra necessaria piuttosto ragguardevole – ha concluso don Stefano – Mi rivolgo perciò ai fedeli, biscegliesi e non, chiedendo loro un ulteriore slancio, senza alcun obbligo, a favore dell’intera comunità cristiana e cittadina. Un atto d’amore per il prossimo nei confronti del quale la comunità parrocchiale di Sant’Agostino renderà eternamente grazie“.