La “teoria del gender” esiste ed è un pericolo per i più piccoli, lo ribadisce il Comitato Progetto Uomo di Bisceglie. Dopo l’intervento del circolo biscegliese della Manif Pour Tous ci giunge in redazione un altro comunicato dello stesso tenore che lancia l’allarme su quella che viene chiamata “teoria del gender” e che secondo alcune associazioni rappresenterebbe un vero e proprio pericolo per le future generazioni . Nel nostro articolo del 12 settembre scorso (leggi qui) abbiamo affrontato l’argomento anche con i dirigenti scolastici di alcune scuole biscegliesi, entrambi gli intervistati avevano smentito l’esistenza nelle scuole della “teoria del gender”.

Il Comitato Progetto Uomo la pensa in maniera diametralmente opposta rispetto ai rappresentanti delle istituzioni scolastiche e ci spiega che:

“Se la teoria del gender non esistesse, allora bisognerebbe rinchiudere in manicomio milioni di italiani. Dovremmo rinchiudere:

  • due interi consigli regionali, quello della Basilicata (maggioranza di centro-sinistra) e quello del Veneto (maggioranza di centro-destra), che hanno espressamente messo per iscritto “di non introdurre la teoria gender nelle scuole”;
  • tutta la Camera dei Deputati in quanto ha approvato e indicato per iscritto nell’ordine del giorno n. 9/2994-B/5 di escludere ogni interpretazione che apra alle cosiddette teorie del gender (n.d.r. l’ordine del giorno è stato ritirato dalla votazione, questo si evince dalla documentazione ufficiale della Camera dei Deputati);
  • tutti i partecipanti alla manifestazione “Difendiamo i nostri figli” del 20 Giugno 2015 a Piazza San Giovanni a Roma (secondo gli organizzatori, erano presenti circa un milione di manifestanti) che hanno manifestato contro la teoria del gender nelle scuole;
  • miriadi di associazioni che si stanno impegnando nel diffondere una informazione corretta sui pericoli dell’ideologia gender;
  • addirittura dovremmo rinchiudere il tanto amato Papa Francesco che ha parlato più volte di teoria del gender, ad esempio all’Udienza Generale tenuta in Piazza San Pietro il 15 aprile 2015, il Santo Padre si è chiesto pubblicamente quanto segue: «Io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione».

Dunque la teoria del gender esiste? Sì”

Il Comitato Progetto Uomo va avanti nel suo intervento spiegando anche dove si anniderebbe la teoria del gender all’interno del testo di legge della “Buona Scuola”: “L’insidia sta in due punti di questa disposizione normativa: il termine “violenza di genere” e il richiamo all’art. 5 della Legge 119/2013, la cosiddetta “Legge sul femminicidio”

Per i membri del Comitato Progetto Uomo il concetto di violenza di genere è un vero e proprio “cavallo di troia” grazie al quale “vengono surrettiziamente introdotti nelle scuole i corsi sulla teoria gender”.

Per quanto riguarda invece la legge sul femminicidio il comitato biscegliese cita il seguente passaggio di legge: “(…) Obiettivo prioritario deve essere quello di educare alla parità e al rispetto delle differenze, in particolare per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini, ragazzi e ragazze, bambine e bambini nel rispetto dell’identità di genere, culturale, religiosa, dell’orientamento sessuale (…) sia attraverso la formazione del personale della scuola e dei docenti, sia mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica”.

Il dibattito sull’esistenza e sulla pericolosità della cosiddetta “teoria del gender” continua a tener banco nell’opinione pubblica, a nulla sembrano servite le parole dei dirigenti scolastici che hanno affermato l’inesistenza e l’infondatezza normativa del problema.