“In quattro mesi non si è stati in grado di organizzare il prevedibile picco di pandemia nel territorio della Asl Bt e adesso alla luce della conclamata emergenza si è scelto invece molto semplicisticamente di disporre la nuova chiusura dell’Ospedale di Bisceglie penalizzando così un bacino di utenza di oltre 100 mila abitanti tra Bisceglie e Trani”. È quanto scrive il sindacato Fials, Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità, a proposito della riattivazione del Covid Hospital a Bisceglie. I sindacalisti sollevano questioni molti simili a quelle poste sul tavolo del dibattito politico da Enzo Amendolagine, esponente del Movimento 5 Stelle cittadino e consigliere di opposizione (LEGGI QUI), che chiede di continuare a gestire i pazienti affetti da Sars Cov-2 nella unità operativa di malattie infettive, dedicando l’intera palazzina, provvista di un accesso dedicato, ma mantenendo comunque le normali attività ordinaria ospedaliere.

Secondo la Fials, infatti, “si potrebbero facilmente rendere disponibili nella UOC Malattie Infettive, circa 60 posti letto COVID-19 continuando a garantire senza interruzione le attività delle citate unità operative ed il tutto non potrà che giovare anche agli Ospedali Bonomo di Andria e al Dimiccoli di Barletta, in questi giorni in gravi difficoltà, per eccessivi carichi di lavoro, ma soprattutto per carenza di posti letto, con evidente notevole diminuzione di erogazione dei LEA nella provincia BAT”. 

“Innanzitutto riteniamo che sia profondamente ingiusto dimettere o trasferire da un giorno all’altro in fretta e furia i pazienti non covid attualmente ricoverati nelle unità operative dell’ospedale, quasi che fossero pacchi postali il tutto mentre il Governatore Emiliano e l’assessore alla Salute in pectore Prof. Lopalco, dichiarano che in Puglia, allo stato attuale non si riscontra alcuna emergenza sanitaria”, si legge nella nota stampa.  “Con questa assurda decisione si penalizzano non solo migliaia di pazienti cronici i quali non avranno più la possibilità di essere assistiti nell’ospedale di Bisceglie, ma si compromette anche il sistema dell’emergenza urgenza”. 

La Fials quindi denuncia: “Con la chiusura dell’Ospedale di Bisceglie si riducono ulteriormente i posti letto di Cardiologia, già fortemente carenti nella Asl Bt. La Cardiologia dell’Ospedale di Bisceglie, svolge infatti un duplice ruolo: il ricovero per i pazienti affetti da scompenso cardiaco che necessitano di impianto di PM/ICD, ma anche il supporto alla Cardiologia di Andria, da cui spesso accetta pazienti già trattati con angioplastica al fine di permettere di accogliere ulteriori urgenze. In questi giorni considerata la chiusura delle attività ospedaliere ordinarie di Bisceglie si sta peraltro verificando un sovraffollamento delle strutture sanitarie con conseguenti pericolosi assembramenti nei pronto soccorso degli ospedali di Andria e Barletta, per cui molti pazienti residenti nella nostra provincia, affetti purtroppo da altre patologie non covid che necessitano di un posto letto, sono costretti dopo lunghissime attese nei pronto soccorso a ricoverarsi in ospedali di altre Provincie della Regione”.