Da una location adibita a polo culturale, a contenitore di spazi intrisi di cultura, accoglienza, arte, storia ci si aspetterebbe, senza alcun dubbio, un decoro e una manutenzione che nulla hanno a che fare con le condizioni attuali in cui versa il chiostro di Santa Croce, al civico 5 di via Giulio Frisari, in pieno borgo antico.
Biblioteca comunale, museo archeologico, museo del mare, sede Pro Loco e, da pochi giorni, anche uno sportello “incubatore virtuale d’impresa” (per facilitare il percorso di creazione di attività imprenditoriali, come si legge sul manifesto redatto dal Comune). Ma cotanta presenza di realtà turistico-culturali non basta a ricordare agli utenti (della biblioteca in primis) che sarebbe meglio mantenere lindo e pulito il luogo tra una lettura e l’altra, tra un ripasso e l’altro, tra uno studio matto e disperato e l’altro, tra un caffè e l’altro, tra una sigaretta e l’altra.
Gli utenti della biblioteca comunale (attenzione: gli utenti della biblioteca comunale noncuranti dei loro atteggiamenti poco consoni a quella che comunemente viene definita ‘civiltà’) ricordano molto quei genitori che, dopo numerose ‘lezioni’ sul rispetto dell’ambiente, il decoro del verde pubblico, la salvaguardia del patrimonio e sul buonsenso civico, lanciano la bottiglia di plastica del the dissetante dal finestrino dell’automobile. Mi chiedo cosa insegni poi in realtà lo studio se, all’atto pratico, i risultati poi sono lo scempio vigente nel chiostro che, molto spesso, veste i panni di un tugurio, di un bivacco.
La galleria fotografica (scatti di sabato 9 gennaio 2016) mostra le condizioni (e non sono nemmeno le peggiori, figuriamoci…) in cui versa il chiostro dell’ex monastro di Santa Croce. Condizioni che, a onor del vero, a più riprese sono state denunciate agli organi competenti dai responsabili della Pro Loco cittadina.