Parole che lasciano un segno e una testimonianza così piena di significato che ancora oggi continua a far rumore nella coscienza di tutti, è quella del professoressa Tiziana Cosmai, vedova di Sergio Cosmai, il direttore del carcere di Cosenza ucciso il 12 marzo 1985, che ha incontrato il silenzio dei i ragazzi e le ragazze attenti e partecipi della scuola media “Battisti- Ferraris” di Bisceglie. L’incontro, dal tema “Dalla memoria all’impegno. La testimonianza di Sergio Cosmai, si è tenuto lo scorso 25 febbraio nella scuola biscegliese in conclusione di un progetto lettura, condotto dalle professoresse Angela Minervini, Paola Pansini e Isabella Fasciano e in cui erano presenti quattro terze medie.
Ad intervenire, oltre la professoressa Tiziana Palazzo Cosmai, anche Mario Dabbicco, coordinatore Puglia di Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie e Antonella Zagaria per il presidio di Libera Bisceglie. Un caloroso saluto iniziale ai ragazzi da parte della dirigente scolastica e un augurio di buon cammino sulla strada del rispetto degli altri e del bene comune da parte dell’assessore Vittoria Sasso ha aperto la conversazione. A seguire la voce, a tratti commossa, della professoressa Tiziana Palazzo che ha dato vita ad un viaggio di memoria con le parole dapprima e con un breve filmato a cura di Libera Bisceglie in cui i ragazzi hanno potuto toccare con mano quel che è stata della vita del nostro concittadino, Sergio Cosmai, giovane direttore del carcere, prima di Locri, poi di Cosenza.
Una vita al servizio della legalità e del rispetto delle regole, ucciso brutalmente mentre si recava all’asilo di sua figlia, all’epoca di soli tre anni. Un uomo di gran cultura, di amore per la lettura e per il latino, retto, rigoroso e nel contempo allegro: non era un eroe Sergio Cosmai ma un uomo al servizio del bene comune e della giustizia della legalità che, in Calabria, si scontra con il mondo della malavita organizzata, fatto di illegalità, di gravi crimini e di simboli ostentati di potere anche all’interno della struttura penitenziaria.
Il racconto della allora giovanissima moglie, rimasta vedova a ventotto anni, con una figlia piccola e uno in grembo, ha coinvolto i ragazzi, perché tocca tutti ed è impossibile restare indifferenti. Ed è compito nostro ricordare Sergio Cosmai e i tanti che, come lui, hanno perso la vita per mano di mafie non solo attraverso le parole ma anche con i nostri passi, fatti di rispetto di regole comuni, di legalità e giustizia in cui rivivono oggi i testimoni di ieri. Ai giovani studenti Mario Dabbicco ha illustrato il senso, la nascita e il significato del 21 marzo, Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie promossa da Libera spiegando l’importanza dell’“altro”, della lotta al bullismo, della responsabilità e del rispetto delle leggi.
Al termine, inaspettate e numerose mani alzate: le voci giovanissime degli studenti chiedevano, interloquivano, domandavano con la voglia di conoscere meglio la scelta di giustizia di Sergio Cosmai e la vita della sua famiglia, il valore che ha la sua testimonianza a Bisceglie e il lavoro contro le mafie dell’associazione Libera. E quando tutto questo giunge da giovani studenti, adulti del domani, non rappresenta altro che una grande speranza per un futuro senza mafie.