Puglia massicciamente presente a Taranto mercoledì scorso, 12 luglio, per protestare contro l’obbligatorietà di dieci vaccini stabilita dal decreto del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Anche una delegazione di biscegliesi ha sfilato sul corso principale di Taranto, dalla porta principale dell’arsenale alla piazza vicino al ponte girevole.
“Non siamo antivaccinisti“, tengono a a precisare i presenti alla manifestazione, “ma genitori, bambini, bambini rovinati dai vaccini, nonni per contestare il sistema che odora di conflitto di interesse”.
“Ciò che chiediamo”, sottolineano i manifestanti, “è semplice libertà di scelta, sono vaccini puliti da sostanze tossiche e il rispetto dei diritti descritti dalla costituzione italiana”.
Si contavano da 1200 a 1500 persone nel capoluogo jonico. Rimostranze erano state già effettuate a Roma lo scorso 11 giugno, a Bisceglie il 23 giugno proprio durante la visita del Ministro nel corso dell’evento DigithON, e a Bari, Pesaro e in altri comuni italiani.
I manifestanti aggiungono: “Ci sono giunti, a riprova del nostro modo pacifico e sereno di protestare, apprezzamenti ricevuti da forze dell’ordine in borghese che hanno presenziato controllando sin dall’inizio nel corso della manifestazione”.
Tra le richieste avanzate dai manifestanti vi sono l’eliminazione della obbligatorietà dei vaccini stabilita dal decreto di prossima approvazione, la certezza non vi sia alcun conflitto di interesse con case farmaceutiche o multinazionali del farmaco, nessun adiuvante pericoloso per la salute dei bambini nei vaccini e attenzione e sensibilità verso quei medici scettici circa l’obbligatorietà dei vaccini ai bambini (“molti stanno per essere radiati solo per aver mosso dubbi, critiche”, sostengono i manifestanti).
“In Spagna solo due vaccini sono obbligatori, in Svezia e in tantissimi altri paesi europei nessuna obbligatorietà, da noi 12 poi passati a 10, un numero sproporzionato e che desta sospetti. Il Ministro Lorenzin si fermi a pensare meglio ciò che sta per essere approvato: abbiamo a cuore la salute dei nostri bambini e la trasparenza del sistema”, concludono.