“L’unica ragione condivisibile per aver ‘brigato’ per ottenere la spiga verde è il cercare di promuovere la nostra città, sperando che il riconoscimento attiri l’attenzione di qualche distratto turista. Sul resto, stendere un velo pietoso è perlomeno d’obbligo”. Queste le prime considerazioni fatte da Alessandro Di Gregorio, Presidente Legambiente Bisceglie, in merito al premio “Spiga Verde 2020” ricevuto dalla città di Bisceglie (leggi qui).
“Ma il velo non riesce a nascondere le inesattezze e le sviste – continua – comunicate alla commissione che valuta le informazioni giunte e non la veridicità di esse. Un pò come la vecchia storia della percentuale di indifferenziata fantasma che ha portato Bisceglie al premio di Legambiente, ma soprattutto a rientrare nella quantità prevista per lo sgravio regionale. Questa storia che andrebbe dimenticata – afferma Di Gregorio – viene invece riportata alla luce ogni volta che si vuol dimostrare che l’amministrazione comunale è attenta ai problemi ambientali (sic)”.
“Tornando alla spiga (senza dilungarci sui particolari delle informazioni fornite, come ad esempio i chilometri e chilometri di piste ciclabili che, con tutta la buona volontà, non riusciamo a trovare a Bisceglie), chiediamo al nostro solerte e comunicativo sindaco: quali opere sono state fatte per “promuovere uno sviluppo rurale sostenibile capace di valorizzare il territorio, rispettoso dell’ambiente e della qualità della vita, capace di innovazione”? E se questo fosse davvero stato fatto, quali risultati ha prodotto? Lei, caro sindaco, vuol farci credere che Bisceglie sia tra le migliori 46 città d’Italia in tema di attenzione per l’ambiente? Ha già dimenticato la recente delibera sulla maglia 165, adottata in spregio di un protocollo d’intesa con cui, due anni fa Legambiente regionale e i comuni di Bisceglie e Molfetta si impegnavano a salvaguardare proprio quella zona, promuovendo uno sviluppo sostenibile? Certo, quando la cosa è stata sottoscritta, lei non era sindaco e i giornali non li leggeva, forse. E sicuramente non le sarà giunta notizia dei molteplici roghi con cui nell’agro ‘sostenibile’, si brucia di tutto. I cittadini a volte non riescono a respirare nelle proprie case a causa dei fumi acri. E non le avranno detto – continua il presidente di Legambiente Bisceglie – del sistematico scempio della zona di Ripalta dove, oltre ai frequenti roghi dolosi, viene scaricata ogni tipo di immondizia. E avrà dimenticato la storia dell’utilizzo dei reflui in agricoltura o dell’area marina protetta. E poi ci dica la questione del percolato per cui l’area di pertinenza dell’impresa che effettua la raccolta RSU è stata sottoposta a sequestro. Anche in questo caso, non le comportava un controllo, diretto o indiretto, su di un’azienda con cui il comune ha un contratto di milioni?”.
“Ci fermiamo qui, davvero. Sperando e chiedendo di essere smentiti. Sarebbe la prima volta ma sarebbe davvero entusiasmante sapere che tutte quelle bellissime parole sull’ambiente e la sostenibilità dello sviluppo rurale – conclude Di Gregorio – corrispondono a realtà. Restiamo in attesa di un suo gradito riscontro”.