Il tema della violenza contro le donne, protagonista di pagine del quotidiano, torna al centro dell’attenzione con il libro di Stefania Pastori, “Corpi Ribelli – resilienza tra maltrattamenti e stalking”, presentato ieri mercoledi 14 gennaio presso la Chiesa Cristiana “Raggio di Luce” (via San Martino 20). Organizzatrice dell’evento, Isabella Di Liddo. L’incontro si è aperto attraverso le parole del pastore della Chiesa Cristiana “Raggio di Luce”, Laura Pezzoli. Mediatori della serata anche l’avvocato Maria Giulia Dell’Olio e la pubblicista e giornalista Isabella Battista. Ospite d’onore della serata, l’avvocato scrittore Nicky Persico, che ha curato la prefazione del libro.
Una storia intima e toccante, di sofferenza e di tragici trascorsi quella che ha portato Stefania Pastori alla scrittura e alla pubblicazione di questo libro a cui ha impiegato ben quattro anni. «Il titolo “Corpi ribelli” è emblematico – spiega l’autrice – perché siamo donne lese nel corpo ma ci siamo ribellate, abbiamo trovato il coraggio di opporci.» Un libro dal piccolo formato, che si rivela come un utilissimo manuale per tante donne maltrattate che possono avere sempre con sé, nascondendolo all’ossessivo controllo dei loro carnefici e consultandolo, riconoscendosi e ritrovando in esso uno spiraglio di luce.
Il libro è il risultato di un lungo cammino, di un lungo lavoro svolto dall’autrice con donne vittime di maltrattamenti, a stretto contatto con gli altri numerosissimi casi di violenza presenti in ogni parte d’Italia e di incontri importanti che hanno dato una decisiva svolta alla sua vita. Ma più di tutto, innegabilmente, le sue pagine sono frutto della sua tragica esperienza personale impregnata di violenza e che si è ritrovata a vivere otto anni fa. L’uomo che amava e con cui conviveva da sette anni, alla nascita della loro bambina affetta da una gravissima malattia, si è rivelato un violento, attribuendole ogni colpa e dando sfoggio ad un excursus di violenza durato una quarantina di giorni, che ha turbato la serenità di Stefania, della loro bambina e che ha distrutto per sempre il loro equilibrio familiare.
Lodevole è la volontà di questa donna di non vestire i panni della vittima impietosendo o chiedendo compassione. Stefania appare come una donna forte, coraggiosa, che non si perde d’animo e che ha voglia di combattere e battersi per questa importantissima causa. Nonostante stia ancora completando il suo percorso di guarigione, fatto di piccoli passi in avanti giorno dopo giorno.
Importantissimo nella sua vicenda poi, l’aiuto che ha ricevuto e che le ha permesso di uscire da questo terribile e drammatico tunnel. «Io sono stata letteralmente salvata dalle istituzioni civili, da quelle religiose e dalle forze dell’ordine. – sottolinea l’autrice – Il tempo non cura. Devi curarti tu e farti aiutare da persone esperte in questo ambito.» Una speranza in un supporto, in un aiuto, è infatti possibilissima. Occorre, però, denunciare, spogliarsi dei panni di vittima che tutto tace e tutto consente, puntando un faro sul proprio carnefice affinché tutti scoprano la sua vera natura e affinché egli non possa più trovare terreno fertile sul quale continuare ad agire e a fare del male. E’ proprio questa la missione di Stefania Pastori e del suo libro, incentivare la sensibilizzazione, spingendo le donne a prendere coraggio e mettere un punto decisivo alla loro logorante condizione. Prima che sia troppo tardi.