“Dopo aver inevitabilmente risentito per anni delle ineludibili interferenze dei territori limitrofi di Bari e Foggia, la criminalità del territorio della provincia di Barletta Andria Trani ha oggi acquisito un proprio corpus identitario – divenuto a tutti gli effetti una criminalità autoctona – ampliando il proprio raggio d’azione e diversificando le modalità operative”. Con queste parole il Prefetto della provincia di Barletta-Andria-Trani, Maurizio Valiante, aveva descritto lo scorso anno il panorama delinquenziale del territorio. Il suo commento apre il paragrafo dedicato alla provincia Bat nella consueta relazione semestrale della Direzione Antimafia, che sottolinea come le mafie autoctone insediate non esercitino un completo dominio su questo territorio e, quindi, pur depredandolo, consentirebbero l’operatività anche di clan egemoni altrove. “Le delicate fasi di ripresa e ricostruzione delle attività imprenditoriali a seguito delle gravi ripercussioni economiche originate dalla pandemia potrebbero esporle al rischio di ingerenze da parte della criminalità organizzata”, si legge nella relazione. 

La percezione della pericolosità dei soggetti notoriamente inseriti in gruppi criminali continua a dar vita a forme delittuose di estorsione anche di tipo ambientale a danno di operatori economici spesso vittime di violenze e minacce. Il riferimento è ai “sequestri lampo a scopo estorsivo”, prova concreta ed evidente della nuova dimensione acquisita dalle organizzazioni criminali che operano sul territorio manu militari”. Nel panorama criminale della provincia di Barletta-Andria-Trani, infatti, gli innumerevoli sequestri e rinvenimenti di armi comprovano la capacità aggressiva e le potenzialità offensive dei diversi sodalizi. 

Bisceglie, in questo contesto, si trova quindi nel mirino di diverse organizzazioni criminali storicamente operanti in altri territori. I filoni di indagine proseguiti nel 2017 con le operazioni “Point Break” e “Point Break 2” hanno rivelato come il gruppo Corda-Lomolino fosse dedito ad una innumerevole serie di estorsioni a danno di operatori commerciali tranesi e dirigesse un altro sodalizio criminale impegnato nello spaccio di sostanze stupefacenti. Sotto il profilo evolutivo gli arresti dei componenti apicali potrebbero determinare in quel territorio l’accrescere delle mire espansionistiche di altri gruppi malavitosi ovvero rafforzare la presenza del clan Capriati e dei Fiore-Risoli di Bari, nonché della criminalità andriese, interessata anche a Bisceglie come piazza di spaccio. 

Anche nel semestre in esame, oltre al traffico di sostanze stupefacenti, si segnalano numerosi reati contro il patrimonio e un’alta incidenza dei reati predatori nel mondo agricolo un settore di incontro e sintesi tra criminalità comune e organizzata. Non si esclude infatti che in tali fattispecie delittuose possa celarsi l’acquisizione/gestione delle aziende rurali, particolarmente appetibili per le possibilità di riciclaggio che presentano e per gli introiti derivanti dai finanziamenti pubblici di cui possono giovarsi.