In ambito nazionale la discussione sul ddl Cirinnà ha raggiunto ormai il suo apice e questa potrebbe essere la settimana decisiva per l’approvazione in parlamento del disegno di legge proposto dalla senatrice PD. Il ddl Cirinnà ha come obiettivo quello di regolamentare in maniera dettagliata e precisa l’istituto delle unioni civili in tutto il territorio nazionale, nella legge è prevista anche l’estensione della stepchild adoption che permetterà l’adozione del figlio biologico del coniuge anche nelle coppie dello stesso sesso. Il disegno di legge mira anche ad introdurre tutta una serie di diritti per le coppie legate dall’unione civile tra cui: l’assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e tutti i doveri previsti per le coppie sposate. Il ddl Cirinnà è diventato già da tempo terreno di scontro tra associazioni LGBTQI e movimenti nati a sostegno della famiglia tradizionale.
Anche qui nella Bat i due “fronti” sono pronti a scendere in piazza per manifestare, rispettivamente, il proprio assenso ed il proprio dissenso al disegno di legge della senatrice PD. L’Arcigay Bat “Le mine vaganti” ha organizzato per sabato 23 gennaio, alle ore 18.30 in viale Crispi ad Andria, la manifestazione “E’ l’ora di essere civili” a sostegno dell’approvazione del ddl Cirinnà da parte del parlamento italiano. “L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede nessun riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso” – scrivono gli organizzatori della manifestazione di Andria – “Le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità degli altri cittadini italiani pur pagando le tasse come tutti. Una discriminazione insopportabile, priva di giustificazioni. La reciproca assistenza in caso di malattia, la possibilità di decidere per il partner in caso di ricovero o di intervento sanitario urgente, il diritto di ereditare i beni del partner, la possibilità di subentrare nei contratti, la reversibilità della pensione, la condivisione degli obblighi e dei diritti del nucleo familiare, il pieno riconoscimento dei diritti per i bambini figli di due mamme o di due papà, sono solo alcuni dei diritti attualmente negati. Questioni semplici e pratiche che incidono sulla vita di milioni di persone. Noi siamo sicuri di una cosa: gli italiani e le italiane vogliono l’uguaglianza di tutte e di tutti”.
Ovviamente di parere diametralmente opposto l’associazione “La manif pour tous” di Bisceglie. Sarà proprio la città dei dolmen ad ospitare domenica 24 gennaio, ore 11.30 in piazza Regina Margherita di Savoia, la veglia delle Sentinelle in Piedi contro il ddl Cirinnà. “Le chiamano “unioni civili” perché ancora una volta cercano di ingannarci modificando il linguaggio” – dichiarano le sentinelle in piedi biscegliesi – “il ddl Cirinnà rivisto, altro non è che un testo che mira ad equiparare le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio, consentendo quindi a due uomini o due donne di accedere a meccanismi di filiazione vari: per esempio attraverso l’istituto della cosiddetta “stepchild adoption“, che di facto legittimerà il ricorso anche all’utero in affitto, pratica abominevole che porta alla produzione di bambini ad uso e consumo di adulti benestanti in grado di alimentare lo sfruttamento di donne spesso povere, per produrre bambini come prodotti privati del diritto di conoscere le loro madri”. Non mancano anche i riferimenti al ddl Scalfarotto ed all’ideologia gender: “Opporsi a questo oggi significa essere accusati di omofobia, altro termine creato ad arte per ingannare le persone e confondere le idee. Termine che sta alla base di un disegno di legge fermo ma sempre pendente, studiato per mandare in carcere chiunque sostenga che la famiglia è fondata sull’unione stabile e fedele tra un uomo e una donna, che non esiste il diritto al figlio ma solo quello di crescere con un papà e una mamma. Di fronte a questo le Sentinelle in Piedi instancabilmente resistono. Da oltre due anni, da quando il ddl Scalfarotto ha iniziato il suo iter in Parlamento, e mentre l’ideologia gender penetra nelle scuole mascherata da pseudo corsi contro la discriminazione o contro il bullismo, ogni fine settimana, uomini e donne di diversa cultura, estrazione sociale, religione, nazionalità e storia occupano un piccolo spazio pubblico, ciascuno il proprio, come in una rete, con il proprio corpo, il proprio volto, il proprio nome. Stiamo in piedi, perché ci rifiutiamo di piegarci alla menzogna del pensiero dominante, stiamo in silenzio perché solo nel silenzio e nel tempo di un’ora si può riflettere e scoprire che dipendiamo e non possiamo autodeterminarci senza tradire la nostra natura”.
Ricordiamo che il ddl Cirinnà sarà discusso in Parlamento il prossimo 28 gennaio ed è prevista la presentazione di diversi emendamenti al disegno di legge anche da parte della maggioranza, in pratica l’attuale testo potrebbe cambiare anche in maniera sostanziale prima della sua eventuale approvazione.
Fonte foto di copertina l’Espresso