La situazione di emergenza sul fronte rifiuti abbandonati non sembra ancora destinata a rientrare. Nella giornata di ieri, attraverso un video diffuso in rete, il biologo e ambientalista Mauro Sasso ha denunciato la presenza di una vera e propria distesa di rifiuti sulla complanare Bisceglie Nord, nella quale è persino possibile osservare mucchietti di immondizia incendiata da poco tempo. “Nel 2004, quando ero presidente del WWF locale, facemmo un collegamento in diretta con la Radio a Colori di Oliviero Beha proprio da quel sito, pieno di rifiuti come ora”, ci ha spiegato Sasso. Questa è la testimonianza che sorveglianza e prevenzione non esistono. E lo dissi già allora, il privato non può assicurare la sorveglianza necessaria. Quando ci fu quella trasmissione tredici anni fa, che evidenziò una situazione emergenziale sui rifiuti, ci fu però qualcuno che fece un passo indietro: l’assessore all’ambiente Luigi Vella. Io mi chiedo perché Paolo Ruggieri (assessore all’igiene ed assetto del territorio, ndr), che è attualmente il principale referente politico, non fa un passo indietro ? Perché non parla ? Io vorrei che lui dicesse qualcosa rispetto a questa situazione”.
Per l’attivista biscegliese il problema è figlio del “completo fallimento delle politiche ambientali che sono state condotte in questi anni”, come già ci aveva raccontato in una precedente intervista. “Rimane questa autoreferenzialità. Loro amministrano e loro decidono, ma nel momento in cui devono convocare o sentire qualcuno non contattano chi ha una posizione diversa dalla loro. Questa è l’amarezza. Adesso hanno fatto questa task force che non si capisce cosa sia. In base a quale criterio si stabilisce quali sono le associazioni e le organizzazioni che si occupano di ambiente ? Se ci fosse un criterio oggettivo sarebbero state contattate anche le associazioni ambientaliste, che invece non sono state prese in considerazione. Nessuno ci ha mai chiesto aiuto, pareri o collaborazione”.
Anche in via Lama di Macina la situazione sembra di nuovo essere sprofondata nel degrado, nonostante le recenti opere di pulizia (come testimonia la foto a lato, raffigurante quella che sembrerebbe una discarica di amianto). “Non puoi pulire Lama di Macina e poi non controllare eventuali scarichi successivi. Questa vigilanza non c’è. Se io pulisco mille sacchetti e poi mi arrivano chili di amianto, che cosa ho risolto ? La situazione è peggiore perché i sacchetti si possono raccogliere facilmente, l’amianto no”, ha concluso Mauro Sasso.