In questi giorni ha tenuto banco la pronuncia della Corte dei Conti sul bilancio del Comune di Bisceglie nel biennio 2011-2012. A parte le polemiche politiche, però, non era ancora emerso il contenuto della pronuncia (deliberazione n.93/Prsp/2014), esposta in una relazione di 25 pagine.
La sezione regionale della Corte dei Conti ha sollevato diverse criticità che emergerebbero dall’analisi del bilancio comunale, ma le parole più dure riguardano la “cospicua presenza di debiti fuori bilancio e il superamento del parametro di deficitarietà n.8”, che poi risulta essere il capitolo della relazione che riguarda le cifre più ingenti e significative.
In primo luogo la Sezione regionale di Controllo ha rilevato come : “[…] E’ stata evidenziata l’esistenza di debiti fuori bilancio di notevole entità. Ciò determina seri rischi per gli equilibri di bilancio poiché, tra i parametri obiettivi dei comuni ai fini dell’accertamento della condizione di ente strutturalmente deficitario, vi è, per l’appunto, il rapporto tra i debiti fuori bilancio e le entrate correnti (parametro 8). Per il comune di Bisceglie tale parametro è pari all’11,37% nel 2011 e al 14,27% nel 2012, superando, quindi, nettamente il limite dell’1% previsto dalla legge. In particolare, il riconoscimento dei debiti fuori bilancio risulta essere complessivamente di € 3.323.095,52 nel 2011 ed € 4.251.340,16 nel 2012 […].Nel 2011 l’Ente ha riconosciuto, a titolo di debiti fuori bilancio riconducibili alla categoria “Acquisizione di beni e servizi” senza impegno di spesa (ai sensi dell’art. 194 lett. e del TUEL), la somma di € 2.967.579,36 (pari al 89,30% del totale); tale “trend” si è ripetuto nel 2012, allorquando, ai sensi della stessa disposizione di legge, sono stati riconosciuti debiti fuori bilancio per un ammontare complessivo di € 2.819.279,51 (pari al 66,31% del totale). Al riguardo e nello specifico è stato rilevato il sistematico ricorso a tale eccezionale procedura, per il pagamento anche di spese evidentemente “ordinarie” e dunque prevedibili e contabilmente preventivabili, quali ad esempio quelle concernenti la “fornitura libri scolastici”, le “rette minori e portatori di handicap”, i “diritti d’autore per manifestazioni”, il “materiale di consumo”, la “comunicazione istituzionale”, la “prestazione servizi per giro di Italia”, i “diritti SIAE” gli “adeguamenti ISTAT” et similia”.
L’analisi prosegue prendendo in considerazione anche l’esercizio precedente relativo al 2010 ed il successivo relativo al 2013: “Nell’esercizio finanziario 2013 sono stati riconosciuti debiti fuori bilancio pari a complessivi € 3.231.243,14; tale situazione appare ancora più preoccupante ove si consideri che anche nel 2010 l’Ente ha riconosciuto debiti fuori bilancio per un importo pari ad € 2.120.502,85, il cui pagamento è stato programmato, previa rateizzazione, nel triennio 2010-2012″ .
I chiarimenti del Comune non sono serviti a far cambiare idea alla Corte dei Conti, che nella pronuncia ha formulato “le seguenti considerazioni con riferimento ai profili di criticità riscontrati e rimasti non superati, anche successivamente al contraddittorio con l’Ente”:
“Quando il fenomeno assume dimensioni rilevanti, reiterate e consolidate nel tempo, quali quelle riscontrate presso il comune di Bisceglie, è presumibile che gran parte dei debiti fuori bilancio sia riconducibile alla incapacità di porre in essere una corretta politica di programmazione e gestione finanziaria delle risorse e delle spese, ed alla evidente sottostima degli stanziamenti di bilancio rispetto alle effettive necessità di spesa, allo scopo, con ogni probabilità, di assicurare i vincoli del pareggio e degli equilibri interni”.
E si legge ancora nella pronuncia: “La ricorrente sussistenza di debiti fuori bilancio e di passività potenziali – peraltro specificamente evidenziata dall’Organo di revisione – rende palese la parziarietà ed incompletezza dei provvedimenti di salvaguardia degli equilibri di bilancio adottati dal Consiglio comunale, i quali non si sono rivelati risolutivi per il riconoscimento ed il finanziamento dei debiti in parola, quantomeno, relativamente agli esercizi dal 2010 al 2013, in evidente contrasto con quanto previsto dall’art. 193 TUEL. Tale conclusione è avvalorata dalle risultanze istruttorie, avendo lo stesso l’Ente dichiarato che la formazione di debiti fuori bilancio è frequentemente riconducibile all’assunzione di impegni di spesa per importi “inferiori” rispetto a quelli effettivi, ovvero a spese il cui finanziamento è assicurato da oneri di urbanizzazione o altre entrate patrimoniali non incassate entro l’esercizio di competenza. Il che lascia trasparire una certa qual superficialità, se non proprio un’imperizia, nella gestione del bilancio.
La Corte dei conti, inoltre, rileva che: “la formazione di debiti fuori bilancio costituisce un fattore di rischio per gli equilibri e per la stabilità degli esercizi successivi, allorquando – come nel caso di specie – si consolida la deleteria prassi di trasferire agli esercizi successivi l’onere relativo a partite debitorie riferite a quelli precedenti, cui normalmente si ricorre per ovviare alla difficoltà di far fronte, con risorse del bilancio di competenza, a spese ordinarie prevedibili e programmabili”.
In conclusione, sui debiti fuori bilancio, “il Collegio ravvisa nella condotta posta in essere dal comune di Bisceglie relativamente alla gestione delle spese fuori bilancio, una grave irregolarità suscettibile di pregiudicare, in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari dell’Ente”.
Articolo di Gabriele Caruolo e Nicola Mastrototaro