Si è chiusa nello scenario del Castello Svevo Angioino di Bisceglie, la kermesse dell’EireneFest, un festival del libro sulla cultura nonviolenta, la pace, l’antimilitarismo e l’obiezione di coscienza.

L’autore Claudio Pozzi, col suo “Uno spicchio di cielo dietro le sbarre”, ha ricordato l’appassionata scelta dell’obiezione di coscienza ben prima del 1972, anno di nascita del servizio sostitutivo civile. Dunque, il ricordo dell’arresto e la permanenza nel carcere militare di Gaeta. Un percorso di grande profondità etica che Pozzi ha raccontato a Bisceglie tra gli applausi dei presenti. 

“È toccato poi allo scrittore Giulio Di Luzio esporre la sua esperienza di obiettore di coscienza negli anni Ottanta. Il giornalista biscegliese, ora collaboratore della TV indipendente Byoblu e autore di quindici libri tra saggi e romanzi, ha esposto la mutazione politica maturata in questi decenni, rifiutandosi oggi di riconoscersi come nonviolento, pacifista e antimilitarista. Un cambio di rotta illustrato da Di Luzio quando, a titolo di esempio, ha ricordato la strage di profughi palestinesi di Sabra e Shatila del 1982, associandola al genocidio in atto nella Striscia di Gaza, in ciò riscontrando la debolezza del pensiero nonviolento. Tuttavia ha pienamente rivendicato la scelta di quella stagione politica effervescente”, si legge nel comunicato stampa.

Vito Micunco del Movimento per la pace di Bari ha ribadito infine la necessità di continuare a dare spazio alle diverse voci e al pluralismo di chi si ritrova nell’articolato arcipelago dei pacifisti. L’incontro è stato moderato dal Prof. Michele Lucivero e presentato brillantemente da una studentessa del liceo di Bisceglie.