In vista della tornata elettorale del prossimo 10 giugno la Commissione diocesana per i Problemi Sociali e il Lavoro, Giustizia, Pace e Custodia del Creato, diretta da don Matteo Martire, ha scritto una lettera alle città della Diocesi interessate, tra cui Bisceglie, invitando i candidati al “confronto sereno” e i parroci a non strumentalizzare le “ordinarie iniziative pastorali a fini elettorali”.
“Carissimi, sta entrando nel vivo la kermesse elettorale in preparazione delle prossime elezioni amministrative per il rinnovo dei consigli comunali nelle nostre città di Barletta, Bisceglie, Margherita di Savoia. La Chiesa esprime, prima di tutto, sentimenti di gratitudine a quanti mettono a disposizione della città la propria persona e le proprie competenze, nel mentre li sollecita ad avere chiari gli obiettivi di un impegno politico responsabile, che abbia come criterio-guida la ricerca e la promozione del bene comune e quale unico obiettivo la qualità della vita e la dignità delle persone”, si legge nella missiva.
“Si raccomanda”, sottolinea don Matteo Martire, “che il confronto tra le parti in competizione sia il più sereno possibile, si fondi su programmi ben articolati, si avvalga di promesse che generino fiducia nei candidati per il carattere della traducibilità in risposte alle istanze dei cittadini. Per questo è necessario mettere in essere una Politica con la lettera maiuscola, esercitata nel rispetto di tutti e in particolare modo dell’avversario, una Politica che non crei solchi incolmabili e non alzi i muri del rancore tra le parti in competizione”.
“Obiettivi primari e irrinunciabili nella composizione delle linee programmatiche devono essere l’uso corretto e il rispetto delle risorse naturali del territorio; lo studio e la realizzazione di progetti e interventi per moltiplicare le possibilità di lavoro dignitoso, sicuro e correttamente retribuito; l’intervento deciso, e non marginale, di supporto e di aiuto per i cittadini più deboli, per le famiglie rimaste senza lavoro e senza casa, con conseguenti impegni e programmi finanziari concreti, che siano diversi dalla ‘pioggia’ di contributi ad personam a cui il passato ci ha abituati”.
E aggiunge: “La Chiesa non si schiera a favore di alcuna parte politica, pertanto, si raccomanda ai candidati impegnati nel mondo ecclesiale con incarichi di responsabilità di dimettersi dagli stessi per proporsi più liberamente alla elezione dei cittadini, e in generale ai candidati di professione cristiana di non presentarsi agli occhi degli elettori come gli unici e più credibili interpreti della Dottrina sociale della Chiesa e dei valori da essa affermati. Si raccomanda, altresì, che i parroci, mentre si fa più accesa la campagna elettorale, evitino che le ordinarie iniziative pastorali vengano strumentalizzate a fini elettorali“.
“È opportuna”, evidenzia, “l’astensione di tutti i presbiteri da qualsiasi forma di partecipazione diretta alle iniziative elettorali in favore di partiti, gruppi o singoli candidati. L’augurio più sincero è che amministratori e cittadini siano impegnati insieme, pur nelle differenze ideologiche e programmatiche, a costruire percorsi di legalità e di dignità che mettano al centro l’’Uomo‘”.
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