E’ il Poliambulatorio di prossimità “Il buon samaritano” il nuovo servizio che l’Epass si prepara ad offrire alla cittadinanza. Fortemente voluto dal dottor Andrea Dell’Olio, è una struttura di medicina generale e specialistica rivolta a soggetti senza fissa dimora, persone con fragilità sociale ed economica, immigrati e nuovi poveri. “I dati Istat ci mostrano un’Italia in cui le fasce di povertà si stanno allargando”, si evince dalle parole del direttore Dell’Olio, “e aumenta sempre più il numero delle persone che, di fronte alle difficoltà economiche, per prima cosa abbandonano la necessità di farsi curare. Ispirandoci all’opera di don Pierino Arcieri, abbiamo voluto utilizzare gli ampi spazi esistenti per creare almeno cinque studi medici. Finora decine di medici ed altrettanti infermieri hanno dato la loro disponibilità a tenere aperti gli ambulatori. Intanto ci stiamo adoperando sia per adeguare i locali ai nuovi criteri stabiliti dalla Legge Regionale 2 maggio 2017, n. 9 che disciplina, autorizza ed accredita le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private” sia per il reperimento dei fondi necessari. Siamo fiduciosi poiché abbiamo trovato ascolto favorevole in alcune imprese e presentato il progetto ad organismi istituzionali; speriamo che entro un paio di mesi tutto sia pronto per l’apertura del Poliambulatorio. Intanto i nuovi volontari che vi opereranno sono stati preparati”.

Lo scorso 20 dicembre, invece, il presidente dell’Epass, Luigi De Pinto, il vicepresidente e direttore del costituendo “Poliambulatorio di prossimità – Il buon samaritano”, Andrea Dell’Olio, e il direttore del Consultorio Epass, Sergio Ruggeri, hanno consegnato gli attestati ai 22 nuovi volontari al termine del corso: “Volontari si nasce e si diventa”, tenutosi dal 14 settembre al 23 novembre scorsi.

“L’Epass ha potuto svolgere la sua azione al servizio della cittadinanza, sin dalla sua nascita, grazie all’azione dei volontari”,  si legge dalle dichiarazioni del presidente Luigi De Pinto riportate nella nota, “ma non basta lo slancio emotivo, né solo il fatto di essere portati. Perché essere volontari in un consultorio familiare significa essere sempre pronti a rispondere ai bisogni delle persone che richiedono aiuto, in maniera pertinente e qualificata nell’ambito psico – socio – pedagogico e medico, specifico di un consultorio familiare.”

E “per formare volontari preparati”, si desume dalle parole del direttore del consultorio Sergio Ruggeri, “è stato organizzato il corso per futuri volontari, sostenuto dal Centro Servizi al Volontariato San Nicola di Bari: il corso si è posto l’obiettivo di trasformare il volontariato in un atto professionale, competente e specializzato”.

“Molto positiva”, si legge nella nota, “la valutazione dei ventidue volontari: “interessante, istruttivo, coinvolgente, rilassante, emozionante, entusiasmante. Si è creato un clima familiare, abbiamo ricevuto informazioni che non conoscevamo sia sulla situazione socio  economica italiana generale che su quella locale e sugli utenti che si rivolgono al Consultorio e che sicuramente si avvicineranno al Poliambulatorio.  I filmati, le relazioni puntuali su vari temi tenute da esperti preparatissimi, quali avvocati, psicologi, psicoterapeuti e leader di yoga della risata, ma soprattutto le simulazioni in cui ci siamo sperimentati hanno reso i dieci incontri molto produttivi”. “Sicuramente”, hanno spiegato i volontari di differenti fasce d’età, “non siamo preparatissimi al difficile compito di affrontare le varie situazioni, ma siamo entusiasti ed emozionalmente caricati anche perché sappiamo che all’inizio saremo affiancati da altri volontari che già svolgono questo lavoro”.

Altrettanto positiva la valutazione dei docenti del corso. La coordinatrice dottoressa Piera La Notte ha affermato di aver fatto tesoro della sua pluriennale esperienza di volontaria oltre che delle sue competenze professionali di psicologa e leader di yoga della risata per coinvolgere i corsisti, unirli in una relazione efficace e creare il clima di familiarità e di appartenenza all’Ente con spirito solidaristico, che è quello che deve caratterizzare l’azione del volontario.

La dottoressa Eleonora Russo, invece, ha affrontato nelle sue relazioni il tema della violenza sulle donne , “questi argomenti hanno molto coinvolto i corsisti, in maggioranza donne”, continua la nota, “nelle simulazioni e nelle discussioni sui temi tutti i frequentanti sono stati attivamente partecipi, si sono messi in gioco, hanno portato e condiviso esperienze, hanno riconosciuto gli stereotipi di genere e fatto tante domande che hanno permesso di affrontare argomenti su cui molti non avevano riflettuto”.