L’associazione Avvocati di Bisceglie ha organizzato, lo scorso venerdì 1 aprile, il convegno dal titolo: “La fecondazione eterologa: aspetti medici e giuridici dopo le sentenze della Corte Costituzionale n. 162/2014 e 96/2015“, che ha assunto validità formativa per gli avvocati.
All’iniziativa hanno partecipato esperti nell’ambito medico e giuridico al fine di discutere e approfondire le tematiche mediche e legali inerenti la fecondazione eterologa, un metodo di procreazione medicalmente assistita alla quale si ricorre quando uno dei due genitori è incapace di procreare e quindi si ricorre all’utilizzazione di sperma od ovuli provenienti da un soggetto estraneo alla coppia.
In assenza di norme specifiche, in Italia è stato possibile procedere alla fecondazione eterologa, con donazione del gamete anonima e gratuita, fino al 2004, quando è stata approvata la legge n. 40 che ha vietato la pratica.
Il divieto di fecondazione eterologa, però, è stato giudicato incostituzionale con la sentenza n. 162/2014 della Corte Costituzionale, che ha proceduto all’abrogazione ritenendolo lesivo dei diritti tutelati dalla Carta costituzionale, riaprendo nuovamente un dibattito di estrema attualità.
Ad aprire il convegno i saluti istituzionali dell’avvocato Maurantonio Di Gioia, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Trani, e l’introduzione dell’avvocato Onofrio Musco, vicepresidente dell’Associazione Avvocati di Bisceglie, che hanno poi lasciato spazio agli interventi del dottor Domenico Baldini, ginecologo e docente all’Università “Aldo Moro” di Bari, e l’avvocato Gianni Baldini, professore della cattedra di Biodiritto dell’Università “Cesare Alfieri” di Firenze.
Il primo ha illustrato, con l’aiuto di materiale informativo, le diverse pratiche di procreazione medicalmente assistita, partendo dalle cause di infertilità. Il secondo, invece, si è soffermato sul tortuoso percorso giuridico della fecondazione eterologa, dapprima vietata dal legislatore e successivamente riammessa su intervento della Corte Costituzionale.