Anche in conclusione di questo 2020 la Fondazione Agnelli ha redatto la classifica completa degli istituti migliori d’Italia, uno strumento pensato per aiutare i genitori a trovare la scuola giusta per i propri figli.

“Eduscopio”, questo il nome del progetto che da anni rappresenta l’atlante dei migliori licei, istituti tecnici e professionali del Belpaese. Basandosi sui risultati ottenuti degli alunni dopo il diploma, misurando dunque la performance dei ragazzi al primo anno di università (numero di esami sostenuti e media dei voti), la Fondazione ideatrice stila una classifica. Discorso differente per gli istituti tecnici e per i professionali: per questi esiste anche una seconda classifica che verte sugli sbocchi lavorativi, sul tasso di occupazione e sulla coerenza fra studi fatti e lavoro trovato.

Come si saranno piazzati gli istituti biscegliesi in merito al percorso di formazione accademica e professionale effettuato?

Dalla ricerca riportata su eduscopio.it il Liceo “da Vinci”, indirizzo scientifico, ottiene un indice FGA (media dei voti conseguiti agli esami universitari, ponderata per i crediti formativi di ciascun esame per tenere conto dei diversi carichi di lavoro ad essi associati e crediti formativi universitari ottenuti, in percentuale sul totale previsto – i due indicatori sono in grado di dirci quanti esami hanno superato gli studenti di una scuola [velocità negli studi] e come li hanno superati [profitto degli studi]) di 75.96/100. Il voto della maturità degli immatricolati, in media, è stato di 82.3, quello dei non immatricolati di 75.6, mentre il numero medio dei diplomati per anno è di 107. L’84% degli studenti dello Scientifico si immatricola e supera il primo anno accademico, solo l’8% non riesce a superarlo, il 9 % non si immatricola affatto. La scelta dei diplomati, per ciò che concerne il percorso universitario, vira soprattutto verso l’area tecnica (24.1%), scientifica (23.4%), economico-statistica (12.2%), umanistica (10.8%), giuridico-politica (9.2%), solo il 7.5% intraprende studi sanitari e il 6.4% quelli medici. Il 54.2% ha scelto l’Università di Bari, il 21% il Politecnico di Bari, il 9.5% l’Università di Foggia, il 15.3% altre università.

Passiamo al Linguistico “da Vinci”: l’indice FGA è pari a 67.65/100. Il voto della maturità degli immatricolati, in media, è stato di 85, il voto dei non immatricolati di 80.8, mentre il numero medio dei diplomati per anno è di 37. Il 62% degli studenti del Linguistico si immatricola e supera il primo anno accademico, solo il 6% non riesce a superarlo e ben il 32% degli studenti non si immatricola. Sulla scelta dei diplomati spazio all’area umanistica (50%), giuridico-politica (13.2%), economico-statistica e sociale (9.2%), scientifica (7.9%), tecnica (5.3%). Il 68.4% sceglie l’Uniba, il 5.3% il Poliba, il 5.3% l’Università di Foggia, il 5.3% l’Università di Bologna e il 15.7% altri atenei.

Esaminiamo ora l’Istituto Tecnico-Economico “Giacinto Dell’Olio”: qui l’indice FGA è di 50.71/100. Il voto, in media, della maturità degli immatricolati è di 82.4, il voto dei non immatricolati di 72.4, mentre il numero medio dei diplomati per anno è di 122. Un terzo, esattamente il 31% degli studenti a indirizzo tecnico-economico del “Dell’Olio” si immatricola e supera il primo anno accademico, il 10% non riesce a superarlo e addirittura il 60% preferisce non immatricolarsi. I diplomati, per i loro studi universitari, optano per l’area economico-statistica (31.1%), umanistica (25%), giuridico-politica (17.6%), scientifica (10.8%), tecnica (5.4%), sociale (4.1%). Il 67.6% predilige l’Uniba, il 4.7% il Poliba, il 19.6% l’Università di Foggia, l’8.1% altre università.

Restando all’Istituto Tecnico-Economico “Giacinto Dell’Olio” Eduscopio analizza anche l’indice di occupazione dei diplomati che, in questo caso, è del 43% e i giorni di attesa per il primo contratto significativo sono 231. Il 26% dei diplomati ha lavorato più di sei mesi in due anni, il 15% meno di sei mesi in due anni, il 19% lavora e studia all’università, il 22% studia all’università e il 19% risulta disoccupato. Per quel che riguarda le tipologie contrattuali ottenute dai diplomati il 51.9% è temporaneo, il 28.7% è apprendistato, il 19.4% è indeterminato. Analizzata anche la coerenza tra titolo di studio e lavoro svolto: per il 50.4% nessuna coerenza, per il 24.8%, pari merito, coerente e trasversale.

Ecco invece i dati per l’Istituto “Sergio Cosmai” – indirizzo professionale – industria e artigianato: qui l’indice di occupazione dei diplomati scende al 38% e i giorni di attesa per il primo contratto significativo sono 221. Il numero medio di diplomati per anno è di 53. In questo caso il 36% dei diplomati ha lavorato più di sei mesi in due anni, il 22% meno di sei mesi in due anni, soltanto l’1% lavora e studia all’università e il 4% studia all’università, mentre il 38% risulta disoccupato. Contratti: il 63.3% è temporaneo, il 16.3% è apprendistato, il 20.4% è indeterminato. Quanto alla coerenza tra titolo di studio e lavoro svolto: per il 56.6% nessuna coerenza, per il 26.4% è coerente, il 17% professioni trasversali.

Riportiamo ora i dati per l’Istituto “Sergio Cosmai” – indirizzo professionale – servizi: indice di occupazione dei diplomati è del 45% e i giorni di attesa per il primo contratto significativo risultano 240. Il numero medio di diplomati per anno è di 37. Qui il 41% dei diplomati ha lavorato più di sei mesi in due anni, il 22% meno di sei mesi in due anni, soltanto il 4% lavora e studia all’università e il 5% studia all’università, mentre il 28% risulta disoccupato. Tipi di contratto: il 58.1% è temporaneo, il 19.4% è apprendistato, il 22.6% è indeterminato. Quanto alla coerenza tra titolo di studio e lavoro: per ben il 60.5% nessuna coerenza, per il 28.9% è coerente, il 10.5% professioni trasversali.