Fermati, in silenzio. Sei nel Giardino della Memoria. Un filo spinato corre lungo l’agrumeto interno della Scuola media “Riccardo Monterisi” che, questa mattina, ha voluto onorare le vittime dell’Olocausto nel Giorno della Memoria.
Una camicia impigliata nel filo spinato, lacerata, aerei di carta e la voglia di volare via, una bambola di pezza e un pallone logorato da un’infanzia negata, le parole “Olocausto”, “freddo”, “lager”, appese ai rami degli aranci, dei pompelmi e dei mandarini, unico segno di vita, tra lo scenario di una natura morta. L’animo si incupisce e cresce la rabbia per la sofferenza e il dolore ingiustificato e ingiustificabile che milioni di persone hanno dovuto sopportare nei campi di concentramento e sterminio.
Frutto di riflessioni dei ragazzi di terza, le immagini lungo le vetrate che circondano il giardino, intrise di nero dolore e di colorata speranza, quella di costruire, un giorno, una Storia senza crimini e disumanità.
L’aria è intrisa delle note della Ninna Nanna di Lise Weber, composta in un lager, mentre le voci dei ragazzi della scuola media “Riccardo Monterisi”, guidati dalla professoressa Cecilia Gigante, hanno fatto rivivere canti, giochi e danze israeliane: la danza sulle note di “Bo yavo haboker”, infatti, ribadisce insieme alle parole del canto la speranza di un futuro migliore
“La Giornata della Memoria è una ricorrenza che bisogna rinnovare di anno in anno”, ribadisce il Preside Giambattista Colangelo, “perché i ragazzi ne sono venuti a conoscenza per sentito dire, sentito parlare, ma però, tutto sommato, adesso stiamo vivendo la stessa situazione, se pensiamo all’Isis, al Califfato. Oggi più che mai”, continua il preside, “è attuale il ricordo della Memoria, soffermandosi un attimo a pensare a quello che è avvenuto tanti anni fa e quello che sta succedendo oggi”.
Si è concluso con le parole della professoressa Cecilia Rigante l’omaggio dei ragazzi rivolto, soprattutto, alla loro quasi coetanea Anna Frank: “speriamo di avervi offerto un momento di riflessione. Un momento per non dimenticare”.