In occasione della 34esima edizione di Goletta Verde, la campagna di Legambiente che tutela il mare da inquinamento, illegalità, fonti fossili e rifiuti, sono stati illustrati i dati sullo stato di salute dei 185 depuratori pugliesi e sul monitoraggio delle foci fluviale e degli scarichi in battigia svolto da Arpa Puglia e Guardia Costiera – Direzione Marittima di Bari.

Nel primo semestre 2020 sono stati monitorati, attraverso campionamenti, 10 siti lungo l’intera fascia marino-costiera pugliese, scelti sulla base delle potenziali criticità ambientali. In particolare, 5 dei 10 siti si riferiscono ad aree interessate dallo scarico in battigia di reflui urbani depurati (depuratori di Trani, Bisceglie, Molfetta, Monopoli e Nardò), gli altri 5 ad aree interessate dallo sbocco in mare di fiumi o canali.  I risultati ottenuti non hanno evidenziato significative criticità ambientali riferite ai siti oggetto di indagine. In generale, i valori delle variabili misurate non hanno evidenziato superamenti o scostamenti significativi rispetto ai limiti e/o alle soglie imposte dalle norme.

Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia lo scorso anno (2.455 controlli) emerge che sono 34 gli impianti di depurazione che nel 2019 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane. Tra questi, anche quello di Bisceglie, per il quale si procederà con la manutenzione straordinaria in attesa di definire la copertura finanziaria per gli interventi di adeguamento e/o potenziamento. Nel caso biscegliese i fuori limite sono riconducili ad “una fase di avvio all’esercizio di nuove opere realizzate nell’ambito di interventi conclusi nel 2018”.

“Sulla chiusura del ciclo di tutela delle acque”, dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, “la nostra Regione continua a fare passi in avanti. Scendono a due i depuratori che scaricano nel sottosuolo, diminuiscono gli agglomerati urbani sottoposti a procedura di infrazione e procedono gli interventi infrastrutturali di potenziamento della capacità di trattamento e abbattimento delle emissioni odorigene sugli impianti non conformi alla direttiva europea sulla depurazione. Chiediamo alla Regione Puglia di continuare a lavorare per il massimo utilizzo delle acque reflue depurate e affinate in agricoltura, ma soprattutto di puntare a ridurre la produzione dei fanghi di depurazione che continuano a essere conferiti in impianti di compostaggio fuori Regione”.