Goletta Verde promuove le acque marine di Bisceglie. È l’esito che emerge dalle analisi effettuate durante la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, che nei giorni scorsi ha fatto tappa in Puglia. I risultati finali sono stati presentati la mattina del 25 luglio in una conferenza stampa a Bari.
Quattordici i punti risultati “fuorilegge”, rispetto ai 31 monitorati lungo gli 865 chilometri di costa pugliese, nei quali è stata evidenziata una carica batterica al di sopra dei valori consentiti dalla legge. Acque inquinate da scarichi non depurati adeguatamente con presenze di escherichia coli e enterococchi intestinali che contribuiscono non solo ad inquinare i fiumi e il mare, ma che mettono in pericolo la stessa salute dei cittadini.
Criticità riscontrate anche nella provincia di Barletta-Andria-Trani, dove degli otto campionamenti effettuati tra il 20 e 21 luglio, solo tre sono risultati in regola: Bisceglie (località Salsello, spiaggia lungomare incrocio via Dell’Olio), Trani (spiaggia Matinelle) e Margherita di Savoia (foce Carmosina). Cinque invece gli esiti risultati “fuorilegge”, ovvero “fortemente inquinati”: Trani (scarico sotto la villa comunale, Lungomare Colombo), Barletta (foce del canale Ciappetta Camaggio, località Ariscianne e sbocco dello scarico all’altezza del lungomare/via di Cuonzo, località litoranea di Ponente), Margherita di Savoia (alla foce del fiume Ofanto). “Inquinato”, invece, il giudizio per il prelievo a Margherita di Savoia (foce Aloisa). Procedendo verso sud ed entrando quindi nella provincia di Bari, giudizio entro i limiti per la Prima Cala di Molfetta e per le acque di Santo Spirito.
Per “fortemente inquinati” si intende una presenza di Enterococchi intestinali maggiori di 200 Unità formanti colonia/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml. Per “inquinati”, invece, si fa riferimento alla presenza di Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml.
“Durante la stagione estiva torna alla ribalta la sfida della depurazione delle acque in Puglia, in realtà mai passata in secondo piano. I numeri evidenziano una situazione in chiaro scuro”, ha affermato in conferenza stampa Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia. “Da una parte sono state avviate le procedure per il potenziamento dei depuratori, sebbene si è ancora in attesa dell’avvio dei lavori, dall’altra insistono situazioni in cui depuratori scaricano nel sottosuolo, sono sottoposti a procedimento penale o, ancora, sono oggetto di procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea”.
Secondo i dati di Legambiente, sono 187 i depuratoria servizio degli agglomerati pugliesi e su questi continuano ad insistere problemi di funzionamento, criticità e situazioni irrisolte che in alcuni casi rendono inefficace la depurazione dei reflui. Restano, inoltre,poi i 33 impianti sottoposti a procedimento penale, tra cui anche quello di Bisceglie.