Le docenti della scuola dell’Infanzia del plesso “A. Di Bari” facente capo al 3° circolo “San Giovanni Bosco” di Bisceglie, hanno condiviso con i genitori la tradizione della colva, preparata a scuola con tutti gli ingredienti per ricordare il dolce tipico della nostra tradizione biscegliese e pugliese. Gli alunni della scuola dell’Infanzia hanno manipolato e assaggiato prima gli ingredienti, percependo odore, sapore e colore, poi mescolato e amalgamato in un composto morbido con l’aiuto dei genitori, rappresentanti delle sezioni.
La colva preparata è stata messa in piccoli barattoli di vetro (riciclo di omogeneizzati) dipinti e confezionati dai bambini con etichette e donate alle famiglie. In sezione gli alunni hanno verbalizzato e rappresentato l’esperienza vissuta, intuendo che questo dolce serve per ricordare i cari nonni che non ci sono più, una dolce preghiera per non dimenticarli. La tradizione orale tramandata ci ricorda che la notte tra il 1° e il 2 novembre le tavole si lasciano apparecchiate con gli avanzi della cena e con la colva per dare ristoro alle anime dei defunti, recatesi nelle case dei loro congiunti viventi come sosta durante il loro peregrinare. Ogni chicco di grano mangiato, è stato raccontato ai bimbi, ricorda il nome di una persona cara, che li aiuta ad avvicinarsi a Gesù e i nonni defunti ci lasciano la calza vicino al camino un tempo o dietro la porta, piena di frutta secca: noci, castagne, melegrane, cachi, qualche cioccolatino o carbone se i bimbi non sono stati buoni durante l’anno per ringraziarci del dolce pensiero.
Un dolce simile detto Koliva si prepara anche in Grecia per commemorare i defunti durante i funerali e pare che le sue origini risalgono all’antica Grecia. La colva ha un forte simbolismo: il vino e il grano rappresentano la rinascita, la melagrana il sangue e la fertilità come il fico, la noce simbolo di vita e morte. Nella tradizione archetipa vige la concezione che preparando un posto speciale, le forze della natura possono arrivare all’anima di chi non c’è più e far sentire la nostra voce.
“I bambini sviluppano il senso dell’identità personale, giocano in modo costruttivo con gli altri e percepiscono di appartenere ad una comunità, anche attraverso la riscoperta di racconti ed eventi della tradizione locale”, sostengono le docenti. “Il rispetto del patrimonio culturale di un tempo si traduce in vari segni leggibili sul territorio: sapori, suoni, colori. Gli obiettivi di questa attività sono stati mirati alla conoscenza di tradizioni perdute, da valorizzare attraverso esperienze significative di cucina e in situazioni ludico-simboliche: scoprire feste e tradizioni locali (La Calza e la Colva) inerenti la festa di Ognissanti e dei defunti, individuare simboli ed immagini, verbalizzazione dei vissuti degli alunni sulla loro visita ai parenti defunti con l’omaggio del crisantemo”.
E la riscoperta delle tradizioni fa parte del progetto curricolare “l’Arcobaleno della salute” scandito attraverso tre step rilevanti: insieme per stare bene, “mangioco”, una terra da amare. Fulcro del percorso migliorare gli stili di vita mediante una consapevole educazione alimentare e motoria nel rispetto dell’ambiente e del territorio, la salute come risorsa per la vita.
“La fase dell’accoglienza, da settembre ad oggi, ha mirato al benessere psicofisico a scuola, approfondito presso il plesso Angela Di Bari con un percorso sulle emozioni: la gioia dello stare insieme, la paura anche con la mediazione di personaggi fantastici, sfogliare e trovare le giuste emozioni con tre fasi: sono felice quando sono a scuola; chi ha paura della paura; oh che meraviglia… la colva”, concludono le docenti.
Violetta Giacomino